DIALOGO, NONOSTANTE TUTTO. L’inviato del Papa in Venezuela Claudio Maria Celli parla del futuro dei colloqui tra governo e opposizione. Il 13 gennaio nuovo round (si spera)

Si riparte…
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Ospite di Marco Burini, conduttore del programma “Il diario di Papa Francesco” di Tv2000, mons. Claudio Maria Celli, Inviato del Papa per accompagnare in Venezuela il dialogo tra il governo e l’opposizione, ha sottolineato oggi che la situazione resta difficile poiché il Paese affronta emergenze importanti. Il presule ha riconosciuto che nonostante i progressi “il Venezuela è di fronte a questioni decisive. E’ un popolo coraggioso che nonostante i problemi nutre speranza. La questione è sempre la stessa per tutti: quale Paese le attuali generazioni vogliono lasciare ai loro figli? Quattro ex Presidenti e io stesso come Inviato del Papa svolgiamo un ruolo di accompagnamento perché le parti si rendano protagoniste di questo dialogo. Molti, nelle due parti, sono sfiduciati eppure tutti devono capire che non c’è un’altra strada. Il dialogo è l’unica via. Non c’è un altro sentiero”. Per mons. Celli occorre un grande impegno di tutti; impegno che coinvolge la responsabilità di tutti. “Tale responsabilità si esprime anche nel rispetto della serietà degli impegni presi nei colloqui. Si parla non solo per chiacchierare. Qui si parla per trovare soluzioni a problemi urgente che riguardano un popolo che soffre da molto tempo”.

In merito alla famosa frase del Papa “una terza guerra mondiale a pezzi”, mons. Celli ha riflettuto sui tanti interessi sulla scacchiera internazionale che determinano diverse e numerose situazioni di conflitto e poi ha aggiunto: “penso soprattutto al Venezuela e dico che se in questo Paese fallisce il dialogo non resta che la violenza e ciò è inammissibile. Quindi lo sforzo che tutti dobbiamo fare è sostenere seriamente il dialogo necessario e l’incontro urgente. La violenza porta altra violenza e nello scenario latinoamericano ciò potrebbe essere molto pericoloso”. Mons. Celli ha giudicato positivamente la recente liberazione di alcuni carcerati dell’opposizione e ha osservato: è un gesto che dimostra che il dialogo è efficace.

A una domanda sul rapporto Chiesa-diplomazia, mons. Celli ha risposto così: “se la diplomazia è bene comune, pace, rispetto della dignità umana, ovviamente tutto questo c’entra con la Chiesa; anzi, queste idee e valori sono parte della missione della Chiesa. A volte usiamo la parola ‘diplomazia’ per indicare ciò che dovrebbe essere invece il linguaggio e il comportamento di tutti. Occorre dunque intendersi bene sul contenuto della parola diplomazia”. Mons. Celli ha concluso ricordando il bisogno del dialogo, sempre, contro ogni speranza perché – ha ripetuto – non esiste alternativa.

In Venezuela, intanto, attendono l’arrivo di mons. Claudio Maria Celli. Dopo i primi due incontri tra le parti, ottobre e novembre, e il fallimento del colloquio previsto per dicembre, il governo e l’opposizione dovrebbero incontrarsi il prossimo 13 gennaio, almeno così hanno assicurato sia il Presidente Nicolás Maduro e la Tavola per l’unità democratica (MUD) all’Unasur (Unione delle nazioni sudamericane), che guida la mediazione, all’Inviato del Papa mons. Celli che è uno degli “accompagnanti” di questi colloqui.

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