COLOMBIA. VERSO LA FUMATA BIANCA. Continuità e correzioni nel testo in preparazione. Ecco la “sintesi” che potrebbe farcela

Tempi che stringono…
Tempi che stringono…

Le ragioni del Si, le ragioni del NO, la ricerca di una ragionevole sintesi di ragioni che allarghi la base di approvazione sociale degli Accordi di pace .2. E’ su questo che le delegazioni dei due fronti sono impegnate dall’inaspettato plebiscito del 2 ottobre che ha responto l’accordo laboriosamente raggiunto a l’Avana dopo quattro anni di negoziati tra governo colombiano e Farc. E forse non manca molto alla fumata bianca.

Recentemente organizzazioni della società civile colombiana e professori universitari hanno provato a dare una mano, presentando la loro formula per conciliare le regioni del NO e quelle del SI. Producendo un ponderoso documento in 21 punti che “affrontano ragionevolmente le principali critiche e timori di chi ha votato NO nel plebiscito, ma allo stesso tempo preservano la struttura e l’essenza dell’Accordo Finale”.

La linea di fondo è di continuità rispetto all’Accordo firmato il 26 settembre a Cartagena, con alcune concessioni alla linea critica. In generale, si chiede di dettagliare meglio già nel testo della accordo alcune questioni che potrebbero generare controversia, come il processo agli ex guerriglieri o la loro partecipazione politica.

[Per un confronto con il vecchio Accordo: COLOMBIA. GUIDA PRATICA AGLI ACCORDI DI PACE. Quattro anni di negoziati per sei punti]

Firmatari del contributo sono il Centro di Studi di Diritto, Giustizia e Società (Dejusticia), la Commissione Colombiana di Giuristi (CCJ), la Corporazione Eccellenza nella Giustizia (CEJ), il Dipartimento di Diritto Costituzionale dell’Università Externado de Colombia, la Fondazione Idee per la Pace (FIP), l’Istituto di Scienza Politica (ICP), la Missione di Osservazione Elettorale (MOE) e oltre una decina di professori di università di tutto il paese, tra molti altri.

La rivista colombiana Semana ha riassunto i 21 punti, che disegnano i nuovi Accordi di pace. Eccoli di seguito:

1) Dialogo tra tutti i settori politici. La linea del dialogo è in realtà già stata intrapresa da Santos, che dopo il naufragio del referendum ha svolto una serie di consultazioni con tutti gli esponenti del fronte del No, a partire dal principale oppositore Uribe. La richiesta è di continuare su questa linea in modo “permanente e continuo”.

2) Misure giuridiche urgenti in Parlamento. Gli esperti chiedono di anticipare la Legge di Amnistia per i guerriglieri, tranne che per i delitti contro i diritti umani, e di condizionarla al disarmo definitivo delle Farc.

3) Sicurezza politica e giuridica. L’Accordo dovrà stabilire le norme previste per la sua entrata in vigore e dovrà precisare le linee guida per la sua interpretazione (per evitare controversie giuridiche).

4) Sì alla Giurisdizione Speciale per la Pace. Gli enti firmatari chiedono il mantenimento della giurisdizione speciale e indipendente che amministri la giustizia nei casi dei crimini commessi durante il conflitto, anche se si dovrebbe fissare un limite “temporale e ragionevole”. È uno dei punti su cui Uribe era contrario.

5) Giurisdizione speciale e terzi. Il nuovo accordo dovrebbe prevedere che la Giurisdizione Speciale possa giudicare anche i terzi, ma solo se hanno avuto partecipazione determinante o abituale nei cimini. Per gli altri –la maggior parte- rimane la giustizia ordinaria.

6) Responsabilità dei vertici. L’accordo dovrà precisare la responsabilità dei vertici delle Farc e degli agenti statali per gli atti compiuti dai loro subordinati.

7) Restrizione della libertà. Il nuovo Accordo dovrebbe anche stabilire con maggiore dettaglio le condizioni di compimento della privazione effettiva della libertà. La condanna potrebbe avvenire in zone rurali sotto la supervisione di organizzazioni internazionali come l’ONU.

8) Partecipazione politica. Uno dei punti del vecchio accordo più rifiutati dal fronte del No era la possibilità data ai leader delle Farc, in alcuni casi responsabili di crimini atroci e violazioni dei diritti umani, di poter accedere a cariche elettive. La proposta delle organizzazioni firmatarie è che questa transizione dalle armi alla politica possa avvenire, ma non immediatamente: la soluzione pensata è che i diritti politici degli ex combattenti condannati per delitti che non rientrano nell’amnistia possano essere recuperati progressivamente, una volta compiute le sanzioni corrispondenti.

9) Narcotraffico. Secondo le ONG occorre precisare meglio l’impegno delle Farc di chiarire i vincoli con il narcotraffico e a non ripetere le vecchie pratiche.

10) Trattamento penale de narcotraffico. I firmatari considerano che, vista l’importanza di questo crimine per la società colombiana, l’Accordo dovrebbe esplicitare che un eventuale trattamento penale speciale sarebbe concesso a condizione che il coinvolgimento nel narcotraffico non abbia cercato un profitto personale e ci sia collaborazione effettiva nello sradicamento e nella sostituzione delle coltivazioni illecite e nella consegna di beni per risarcire le vittime.

11) Consegna di beni. L’Accordo dovrebbe mettere nero su bianco l’impegno delle Farc a mettere a disposizione della società colombiana i beni derivati dalla cosiddetta “economia di guerra”. Il fine anche qui è quello di risarcire le vittime.

12) Non perseguimento dei piccoli coltivatori. L’accordo dovrebbe mantenere la rinuncia condizionata all’azione penale nei confronti di questi soggetti.

13) Riforma rurale per i contadini. Questo è uno dei punti alle radici stesse del conflitto. La proposta delle ONG suggerisce che il nuovo accordo stabilisca che si protegge la proprietà privata, ma dentro i limiti e restrizioni relativi al settore rurale, tenendo conto della sua funzione sociale ed ecologica, stabilite peraltro nella costituzione colombiana.

14) Confisca delle terre. L’accordo dovrebbe precisare che i processi per la confisca, per violazione della funzione sociale od ecologica della proprietà, procedono nei termini stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi in vigore.

15) Fondo Nazionale delle Terre. L’Accordo dovrebbe stabilire chiaramente che la competenza per aggiudicare le terre del Fondo delle Terre spetta al Governo Nazionale.

16) Zone di Riserva Contadina. L’accordo dovrebbe stabilire che i criteri per la costituzione di Zone di Riserva Contadina è che si dia priorità ai terreni liberi da coltivazioni illecite.

17) Partecipazione cittadina. I proponenti il nuovo accordo suggeriscono di aprire la partecipazione al processo di stesura e implementazione ad altri attori sociali, come sindacati ed imprenditori.

18) Soglia di sbarramento. L’accordo dovrebbe precisare che il raggiungimento di una certa soglia di voti non sarà l’unico requisito per essere riconosciuti come soggetto politico, mentre sì continuerà ad esserlo per altre questioni, come l’accesso ai finanziamenti elettorali.

19) Circoscrizioni Transitorie Speciali per la Pace. Il nuovo accordo dovrebbe specificare che il movimento politico nato dalle Farc non potrà proporre candidati per le 16 circoscrizioni Transitorie Speciali per la Pace (le zone in cui sostanzialmente il conflitto si è svolto con più violenza ed in cui la guerriglia ha maggiore influenza ndr).

20) Diritti delle vittime. Non sono accogliibili le proposte che cerchino di modificare i meccanismi esistenti per risarcire le vittime, su tutte la restituzione della terra. Questa misura, secondo i firmatari, è anzi un “pilastro fondamentale” della Costituzione che non può essere modificato. L’accordo dovrebbe chiaramente stabilire che i “terzi senza colpa” che dimostrino di aver subito un danno abbiano il diritto legale di essere risarciti.

21) Genere. Il nuovo accordo dovrebbe incorporare disposizioni che riconoscano e stabiliscano misure di riparazione a favore di coloro che abbiano sofferto violazioni per le loro credenze religiose.

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