POSSIBILE AMNISTIA PER LA VISITA DEL PAPA. L’ha chiesta il cardinal Ortega che ha dichiarato alla televisione statale cubana di aver consegnato a Raúl Castro una lista di detenuti

Il cardinal Ortega con l’Arcivescovo di Boston Sean Patrick O'Malley
Il cardinal Ortega con l’Arcivescovo di Boston Sean Patrick O'Malley

Durante una intervista alla televisione statale cubana, la prima in 60 anni, l’arcivescovo di l’Avana il cardinal Ortega y Alamino ha confermato di aver presentato al governo di Raúl Castro una petizione per la scarcerazione di detenuti in occasione della visita di Papa Francesco che inizierà il 19 settembre. Il porporato ha anche precisato che le ragioni fondamentali delle condanne a cui fa riferimento l’appello riguardano “delitti economici” e “delitti comuni” ed in minor misura motivi politici.

Ortega ha anche ricordato che i precedenti sono favorevoli. In varie occasioni richieste analoghe hanno ottenuto risposte positive, come nel decennio degli anni 80, quando vennero liberati 1000 reclusi su richiesta della Chiesa degli Stati Uniti, o i quasi 3000 liberati poco prima della visita di Benedetto XVI nel marzo del 2012 e 135 prigionieri politici scarcerati tra il 2010 e il 2011 come risultato del dialogo dei vescovi cubani con Raúl Castro. La Chiesa ha anche interceduto a favore delle Dame in Bianco, che marciano tutte le domeniche per le strade di l’Avana chiedendo la liberazione dei propri famigliari.

L’arcivescovo di l’Avana, il cui ruolo è stato fondamentale per la fase che si è aperta con il disgelo nei rapporti tra Stati Uniti e Cuba, non ha dato importanza alle critiche che gli sono state mosse di recente da gruppi anticastristi di Miami per i suoi rapporti con il governo. Ha però citato una frase di Benedetto XVI fatta propria da Papa Francesco: “La Chiesa non è nel mondo per cambiare governi, la Chiesa è nel mondo per penetrare con il Vangelo il cuore degli uomini e gli uomini cambieranno il mondo”.

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