IL SUBCOMANDANTE MARCOS LASCIA. O RADDOPPIA? Misterioso abbandono dopo 20 anni alla testa del movimento zapatista messicano

Luglio del 1996, il subcomandante Marcos legge un comunicato durante i negoziati con il governo, a San Andrés Larrainzar. Foto AFP/Oriana Elecabe
Luglio del 1996, il subcomandante Marcos legge un comunicato durante i negoziati con il governo, a San Andrés Larrainzar. Foto AFP/Oriana Elecabe
L’annuncio ha colto tutti di sorpresa anche se qualcuno – tra i più vicini all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, la guerriglia che negli anni 90 ha fatto traballare il governo messicano, dichiara di aver visto i reconditi movimenti che preannunciavano la decisione. L’annuncio è stato dato dallo stesso Rafael Sebastián Guillén, alias Marcos, in una delle comunità de La Realidad, nel municipio messicano Margaritas, nella regione del Chapas. Con in mano un comunicato di dieci pagine, scritto con il caratteristico fraseggio del celebre subcomandante con pipa e passamontagna, Marcos ha detto che da questo momento “cesserà di esistere” per essere sostituito dal comandante indigeno Moisés, che per venti anni è stato un po’ il portavoce del movimento.
Vero, falso, una boutade per recuperare la scena, la premessa ad un ritorno sotto altra forma, magari nuovamente in armi? Il mistero si infittisce ancora di più ascoltando (i pochi che hanno potuto assistere) le motivazioni della decisione, che non sarebbero né legate alla salute e neppure a “purghe” interne all’EZLN ma a cambiamenti nel seno dell’organizzazione.
Due anni fa, nel luglio del 2012, il rappresentante del governo messicano al tavolo di dialogo con l’Esercito zapatista di liberazione nazionale, Luis Álvarez, aveva pubblicato un libro in cui assicurava, tra altre cose, che Marcos era affetto da un cancro ai polmoni, informazione che non è mai stata confermata dalla guerriglia e che adesso l’ex-subcomandante in carne e ossa si incarica di smentire.
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