Il territorio è quello del Nicaragua, il governo che propizia il mega-progetto è quello sandinista di Daniel Ortega, il capitale è prevalentemente cinese. Per il momento, perché anche la Russia adesso si è fatta avanti. “Da parte della Russia c’è grande interesse e tutte le possibilità per partecipare alla realizzazione di questo progetto” ha affermato un importante parlamentare della Duma in visita in Nicaragua, Mikhail V. Emelyanov, vicepresidente del Comitato per le politiche economiche, sviluppo e innovazioni.
Il progetto a cui si riferisce è il “Gran Canal Interoceanico de Nicaragua”, una infrastruttura più ampia di quella di Panama – almeno sulla carta – che unirà il Pacifico all’Atlantico tagliando l’istmo in territorio nicaraguense. Con la via d’acqua è anche prevista la ostruzione di un oleodotto, un canale su terraferma, due porti d’acqua profonda, due aeroporti e due zone franche. Costo stimato: 40 mila milioni di dollari.
Nel 2013 la concessione è stata data per la durata di 50 anni al HKND Group, dell’investitore cinese Wang Jing. Ma la Russia vuole rientrare nel gioco, “e dispone di tutte le possibilità economiche per realizzare investimenti per la costruzione del canale” fa sapere il deputato Emelyanov.

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