AVANTI DIVISI. Sabato 25 maggio festa nazionale in Argentina. Ma anche quest’anno i Te Deum saranno due

L'arcivescovo di Buenos Aires Mario Poli e la presidente Cristina Kirchner
L'arcivescovo di Buenos Aires Mario Poli e la presidente Cristina Kirchner

Le cronache ricordano che il primo governo autoctono si costituì il 25 maggio, “in un giorno freddo e piovoso del 1810”. Un clima che potrebbe non essere quello atmosferico – il pronostico di sabato punta al soleggiato fresco – ma che sì, è ancora quello politico per ciò che riguarda i rapporti del governo con la Chiesa. Dei passi in direzione del disgelo ci sono stati dopo l’elezione di Bergoglio a pontefice. Il successore a Buenos Aires, monsignor Mario Poli, aveva visitato la presidente Cristina Kirchner nella Casa Rosada e vi era stato ricevuto amabilmente. La presidente, in viaggio verso Caracas per l’assunzione di Maduro, si era dispiaciuta di non poter partecipare alla cerimonia di presa di possesso ed aveva ordinato al suo governo di andarci in blocco. E così è stato. Poli, a sua volta, aveva creduto che quest’anno, dopo quasi un decennio, si potesse celebrare il solenne rito di ringraziamento del 25 maggio nella Cattedrale metropolitana con la presenza della presidente. Lo aveva quantomeno sperato, desiderato “che (la presidente) ritorni (alla cattedrale), già che è casa sua e il Te Deum è sempre stato fatto lì”. Si era anzi sbilanciato in questo senso ritenendo “più che probabile” un unico atto. Ma così non sarà. Anche quest’anno i Te Deum saranno due, l’ufficiale nella Basilica di Lujan, con la presenza della vedova Kirchner, e quello storico, nella Cattedrale appunto.

La divisione è meno aspra che in passato, quando il cardinal Bergoglio celebrò nel 2004 il Te Deum nella Cattedrale alla presenza dell’allora presidente Nestor Kirchner e, davanti a lui, segnalò il rischio che il paese cadesse nell’autoritarismo. Kirchner non gradì, e da allora marcò la sua distanza andando a celebrare il rito in altre città storiche dell’Argentina. Quest’anno i toni non sono comparabili al passato. Cristina Kirchner ha fatto sapere che la decisione di andare nella Basilica nazionale era già stata presa prima dell’elezione di Bergoglio, a sua volta l’Arcivescovo ha detto di comprendere. Tutto rimandato all’anno prossimo, quando, assicurano le due parti, il Te Deum unitario ci sarà.

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