Una denuncia inquietante che potrebbe preludere ad una intensificazione di attentati ed eliminazioni già nella fase di disarmo della guerriglia secondo i tempi e le modalità previste negli accordi di pace appena entrati in vigore in Colombia. La denuncia l’ha presentata “Cumbre Agraria”, un raggruppamento che riunisce associazioni contadine, indigene e popolari del Paese dove si è appena concluso un lungo e complicato processo di pacificazione. Nel 2016 – e l’anno non è ancora terminato – si sono registrati 94 omicidi di esponenti di gruppi che agiscono in difesa dei diritti umani. E’ la cifra più altra degli ultimi sei anni, fanno notare gli estensori del rapporto, 31 casi in più rispetto al 2015.
Il rapporto che dettaglia gli assassini ed enumera chi sono le vittime è stato presentato al Governo colombiano, alle Nazioni Unite e alla Defensoría del Pueblo, un organismo previsto dalla costituzione della Colombia per verificare il rispetto dei Diritti umani.
Con le trattative prima, il cessate il fuoco poi e l’entrata in vigore degli Accordi di Pace come ultimo atto, il numero delle vittime di guerra è crollato. E’ aumentato invece quello delle vittime della pace, “la violenza sociopolitica contro i difensori dei Diritti umani, leader e dirigenti sociali e popolari” enuncia il rapporto, che oltre alle cifre sugli omicidi in aumento registra anche l’esecuzione di 46 attentati contro leader sociali, 302 casi di intimidazione e cinque sparizioni.
“Cumbre Agraria” punta l’indice contro “la presenza del fenomeno paramilitare sul territorio” dopo la smobilitazione massiccia avvenuta tra il 2003 e il 2006 e la liberazione di membri dei gruppi paramilitari che erano sorti per combattere la guerriglia.

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