VENEZUELA. PROVE DI NEGOZIATO. Forte impatto dell’appello pasquale del Papa al dialogo. Opposizione e governo verso l’accettazione, l’episcopato prepara una mediazione

Il ritratto di Chavez viene rimosso dalla sede del parlamento venezuelano
Il ritratto di Chavez viene rimosso dalla sede del parlamento venezuelano

Non è una svolta ma una buona premessa si. E c’è n’è bisogno in un momento di stallo pericoloso con l’opposizione maggioritaria nel Congresso che approva la legge di amnistia per i prigionieri politici e il presidente Maduro che si appresta a vetarla avvertendo in questo modo che lo stesso destino correranno tante altre leggi di un parlamento oramai è in rotta di collisione con il governo.

L’ultimo tassello è di sabato 2 aprile, la dichiarazione del presidente dei vescovi del Venezuela Diego Padrón che avanza la disponibilità dei vescovi a mediare formalmente tra governo e opposizione. Con tanto di data: 19-23 aprile, quando si riuniranno e “probabilmente ufficializzeranno una proposta in questo senso”. Il primo tassello invece risale alla domenica di Pasqua quando nel saluto al mondo il Papa ebbe a prolungare idealmente il cuore del messaggio pasquale desiderando che “si proietti sempre più sul popolo venezuelano nelle difficili condizioni in cui si trova a vivere e su quanti hanno in mano i destini del Paese, affinché si possa lavorare in vista del bene comune, cercando spazi di dialogo e collaborazione con tutti”. Poche parole, che non sono cadute nel vuoto. Interessante a questo proposito l’eco che hanno suscitato nell’opposizione, che oggi detiene una comoda maggioranza nell’Assemblea Nazionale. Unico punto all’ordine del giorno della seduta di giovedì 31 marzo proprio l’appello pontificio. Dibattito aperto con due mozioni presentate separatamente dalle due grandi componenti in parlamento, il Gran Polo Patriótico (GPP) e la Mesa de la Unidad Democrática (MUD). Poi la convergenza sull’appello papale. Al ritorno nell’aula il presidente dell’Assemblea Nazionale, Ramos Allup, ha potuto parlare di un vero e proprio prodigio: “I miracoli ci sono anche se non ci si crede” ha detto annunciano che i due fronti avevano trovato un accordo e presentato un unico testo.

Nel documento approvato il parlamento venezuelano ha accettato “di mettere in pratica l’esortazione di Papa Francesco” che ha chiesto al Venezuela “di lavorare per il bene comune, cercando forme di dialogo e collaborazione tra tutti” tanto cittadini come “coloro che hanno in mano il destino del paese”. Facendo riferimento all’intervento pasquale si sono impegnati a “promuovere ovunque la cultura dell’incontro, la giustizia e il rispetto reciproco, come formula per assicurare il benessere spirituale e materiale dei venezuelani”. Parole che sino ad ora non si erano ascoltate e che hanno per il momento messo a tacere il rullo dei tamburi di guerra permettendo che due mediazioni si mettessero prontamente in moto. Quella del Segretario generale dell’Unión de Naciones Suramericanas (Unasur), Ernesto Samper, che facendo espresso riferimento alle parole del Papa si è detto pronto ad intraprendere una azione per favorire un dialogo istituzionale per scongiurare “l’imminente scontro di treni che si avvicina a grandi passi”, e quella, più attesa e decisiva, dei vescovi venezuelani, di cui abbiamo già detto.

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