ARRIVA “EL CHAPO” CINEMATOGRAFICO. A metà gennaio nelle sale messicane il film sulla fuga del narcos più ricercato del mondo

Una scena del film “Chapo. La fuga del secolo”. Riemerge alla fine del tunnel
Una scena del film “Chapo. La fuga del secolo”. Riemerge alla fine del tunnel

Sulla fuga del “Chapo” Guzman, la seconda e più rocambolesca, quella del luglio scorso, la letteratura latinoamericana ha già riempito più di uno scafale. Il salto alle sale cinematografiche era solo questione di tempo. Di tempo ne è passato tutto sommato poco, meno di sei mesi, lui, il protagonista della realtà, il super evaso, è ancora a piede libero, e il film è arrivato. Solo la cattura di Joaquín Guzman Loera, alias “Chapo” per la sua bassa statura, potrà bruciarne l’uscita. Ma per quest’ultima il conto alla rovescia è già iniziato. Il film sarà nelle sale cinematografiche del Messico il 15 gennaio.

A dire il vero non se ne sa molto. Il titolo spagnolo-messicano, “El Chapo, el escape del siglo” roboante come non poteva non essere, il direttore, Axel Uriegas, 36 anni, poche produzioni all’attivo la più nota The legend of Zorro del 2005, e la società che lo distribuirà, Dragon Films, non meno rumorosa e altrettanto sconosciuta. Ma il rappresentante della Dragon ha le idee chiare: Carlos Olivares ammette già che “El Chapo, el escape del siglo” è il primo capitolo di una saga: “Sarà una serie di quattro film che racconteranno la vita del Chapo al contrario. La prima serie tratta la fuga, il lato umano, la situazione politica del Messico”. Mistero sugli altri capitoli. Misterioso anche l’attore che impersona il narcos più ricercato del secolo, un modesto Irineo Álvarez che accumula ruoli secondari in fiction televisive al risparmio. Ma sembra che il basso profilo sia voluto: “Era questa l’intenzione, che non fosse un attore famoso perché non favorisse il generarsi di un’idea preconcetta di come sarebbe stato il personaggio principale”, argomenta Olivares.

Dopo la fuga dal carcere di massima sicurezza le autorità messicane hanno rivelato di essere state sul punto di catturare il fuggitivo in una zona montuosa dello stato di Sinaloa. Ma il capo dei capi è scivolato tra le maglie dell’operazione come un anguilla, forse con una ferita al volto e alla gamba. Da allora le versioni sul suo possibile nascondiglio fioccano come i popcorn sulla brace. “El Chapo, el escape del siglo” fornisce la sua. “Amore mio, perché non ce ne andiamo in Brasile” gli domanda una bella messicana dall’accento argentino mentre si avvinghia ad un piuttosto esausto Álvarez-Chapo.

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