Per la Chiesa messicana le frasi sprezzanti di Donald Trump contro gli immigrati da lui definiti “trafficanti di droga e stupratori” non sono affatto marginali e da archiviare come frasi di cattivo gusto. “Si sbaglia chi crede che Donald Trump è solamente un tipo sboccacciato” si legge nell’editoriale del settimanale dell’Arcidiocesi di Città del Messico Desde la Fé “perché la sua aggressività ha provocato un gran danno ogni volta che ha risvegliato i peggiori pregiudizi dei nostri vicini del nord”. Ma c’è dell’altro, che per la rivista è altrettanto dannoso. “La debolezza del governo messicano e la sua praticamente nulla risposta non fanno altro che lasciare i nostri connazionali del tutto indifesi”.
La rivista Desde la Fé, vicina al cardinale di Città del Messico Norberto Rivera Carrera ha anche qualificato Donald Trump come “ignorante dei trattati internazionali sui diritti umani” e ha criticato il governo del Messico per la sua “passività” davanti alle dichiarazioni xenofobe dell’aspirante repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti.
Nell’editoriale dal titolo “En defensa de los migrantes” pubblicato sul numero in circolazione in questo momento l’Arcidiocesi di Città del Messico avverte che Trump ha “come alleati l’odio e un ancestrale razzismo statunitense”. La rivista ritiene anche che il governo del Messico “non assolva il proprio dovere di difendere non solo gli interessi commerciali, ma anche i cittadini che sono obbligati a vivere il dramma della emigrazione che, peraltro, con l’invio delle rimesse – che superano le entrate petrolifere – hanno salvato il paese dalla recessione economica”.