Ritratti della vita quotidiana durante la guerra civile. L’infanzia tra le armi. La vita nei campi profughi e la repressione statale contro la popolazione. Sono i temi ricorrenti nelle immagini del fotografo italiano Giovanni Palazzo, contenute in un archivio di più di 6 mila foto a colori scattate nel corso degli anni 80 durante diversi viaggi in Salvador ed appena donati dal fotografo al “Museo della Parola e dell’immagine” di San Salvador.
Palazzo all’epoca non era né giornalista, né fotografo di professione. Non cercava premi o riconoscimenti. Era un semplice meccanico che risparmiava per i suoi viaggi, animato da spirito di avventura e di scoperta. Oltre che da una buona dose di idealismo: il suo scopo era far conoscere in Italia la situazione dei salvadoregni in mezzo alla guerra. Una volta in patria, organizzava anche eventi per sensibilizzare gli italiani alla solidarietà.
Fece vari viaggi – si introduceva nelle zone in conflitto mimetizzandosi tra i reporter ed i corrispondenti stranieri – finché nel 1989 venne catturato ed accusato di aiutare la guerriglia. Oggi Palazzo è un fotografo professionista, come allora impegnato a smuovere le coscienze sui problemi del Terzo Mondo.
Nel giornale salvadoregno El Faro sono in corso di pubblicazione alcune delle immagini di quel periodo.
La prima sezione presentata, dal titolo “Infanzia Sotto il fuoco”, racconta attraverso le immagini la vita dei bambini soldato, largamente impiegati da entrambe le fazioni in lotta. L’esercito reclutava bambini dai 12 anni in su, mentre tra i guerriglieri il martirio infantile era usato come arma di propaganda con cui promuovere la rivoluzione. Il costo sociale di quella barbarie il Salvador lo paga tutt’oggi: si ritiene che i primi “pandilleros” furono proprio i bambini – ormai cresciuti ed irrimediabilmente segnati – che combatterono quella guerra.
La seconda consegna pubblicata si intitola “La repressione statale” e testimonia le violazioni ai diritti umani da parte dello Stato: torture, persone fatte sparire, omicidi.
Le gallerie di immagini si possono vedere cliccando qui e qui.