Una pessima decisione quella di Nicolás Maduro, anche se per lui è stata “la migliore che avesse già preso Chavez”. Da ieri il Venezuela si è chiamato fuori dalla Corte Interamericana per i Diritti Umani. Due giorni prima il leader dell’opposizione Henrique Caprile aveva impugnato davanti a questa istanza la sua denuncia per le elezioni del 14 aprile scorso considerate fraudolente, dopo che la stessa era stata dichiarata inammissibile dal Tribunale supremo di giustizia del Venezuela. Il nesso tra le dua azioni va da sé. Ma non è solo Caprile a biasimare la decisione, e con lui tanti esponenti latinoamericani. Da questo momento in avanti il Venezuela si distanzia anche dal resto dell’America del Sud con cui voleva sempre più integrarsi.
La Chiesa venezuelana non ha ancora detto nulla. E si può essere certi che lo stesso neosegretario di Stato monsignor Pietro Parolin, prossimo a raggiungere Roma, sia stato interpellato in proposito. Ma è probabile che disapprovino la decisione.
La Commissione Interamericana per i Diritti umani è un organo autonomo di un’altra entità, la OEA, l’Organizzazione degli Stati Americani di cui il Venezuela fa parte dal 1969. Quell’anno il presidente Raúl Leoni Otero firmò la Convención Americana sobre Derechos Humanos, conosciuta anche come Patto di San José, e la ratificò il presidente Caldera nel 1977. Nel 1981 il Venezuela ha accettato la competenza della Corte Internazionale per i Diritti umani con i relativi obblighi. Mentre la Commissione ha il compito di analizzare i casi di supposta violazione che le vengono sottoposti e formula raccomandazioni non vincolanti, la Corte Interamericana – quella da cui il Venezuela è appena uscito –emette sentenze che devono essere ratificate dagli stati che hanno sottoscritto la Convenzione.
A questo punto dunque la Corte non avrà più giurisdizione sul Venezuela, eccetto per casi precedenti l’uscita, ma il Venezuela non può abbandonare la Commissione senza lasciare anche la OEA, di cui essa è organo autonomo. La Commissione potrà dunque continuare a valutare ed emettere rapporti sulla situazione dei diritti umani in Venezuela con carattere meramente informativo.
Da notare che il Venezuela è il secondo paese dell’America Latina a ricusare la Corte Interamericana per i Diritti Umani, dopo Trinidad e Tobago che l’ha fatto nel 1998. Gli Stati Uniti, invece, con il Canada e un gruppo di piccoli paesi dei Caraibi, non hanno mai sottoscritto il Patto di San José e riconosciuto la competenza della Corte sul loro operato.