Dilma Rousseff ha qualificato come storica la visita di Papa Francesco in Brasile e ha invitato i suoi pari dell’America Latina a partecipare alla messa con la quale il pontefice argentino concluderà la Giornata mondiale della gioventù domenica 28. Al momento hanno confermato la loro presenza il presidente cileno Sebastián Piñera e l’argentina Cristina Fernández, che con Dilma Rousseff sono alla loro seconda esperienza di questo genere, più il presidente di Panama Ricardo Martinelli. Altri potrebbero decidere di andarci nei prossimi giorni. Altri ancora si sono già inginocchiati davanti all’altare nel momento dell’insediamento di Papa Francesco, per la messa pontificale del 19 marzo. E’ il caso dei presidenti dell’Ecuador, Rafael Correa, dell’ Honduras, Porfirio Lobo, dell’allora presidente del Paraguay Federico Franco, della prima dama di Santo Domingo Candilla Montilla. Alla messa inaugurale ha assistito per la prima volta anche il presidente del Messico Enrique Peña Nieto che ha in questo modo interrotto una antica consuetudine del suo partito, il PRI (Partido Revolucionario Institucional) che ha evitato sin dalla sua fondazione nel secolo scorso di partecipare a liturgie cattoliche. Ai nove presidenti sin qui citati occorre aggiungere Juan Manuel Santos, presidente della Colombia, che alla messa papale c’è stato per la canonizzazione di Laura Montoya, il 13 maggio in piazza San Pietro.
Non sono molti, dunque, i presidenti latinoamericani che ancora non si sono inginocchiati davanti a papa Francesco in questo breve scorcio di pontificato. Il venezuelano Nicolás Maduro e José “Pepe” Mugica dell’Uruguay hanno confermato che viaggeranno a Cuba per il 60 anniversario dell’assalto alla caserma Moncada, il 26 luglio del 1953. Ancora in tempo per passare dall’isola dei Caraibi all’altro capo del continente…
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