I NUMERI DELLA VERGOGNA. Il primo rapporto sugli abusi sessuali in Cile registra 158 persone coinvolte, vincolate a 144 indagini

Nella foto, Mons. C. Scicluna insieme al Procuratore nazionale Jorge Abbott e ai Procuratori Raúl Guzmán, Emiliano Arias e Mauricio Richards
Nella foto, Mons. C. Scicluna insieme al Procuratore nazionale Jorge Abbott e ai Procuratori Raúl Guzmán, Emiliano Arias e Mauricio Richards

Dopo quasi 45 giorni, il Procuratore cileno Luis Torres (Unidad Especializada en Derechos Humanos, Violencia de Género y Delitos Sexuales de la Fiscalía Nacional) che si occupa degli abusi sessuali su minorenni, in particolare da parte di membri del clero, ha reso pubblico “el primer catasto“, il primo rapporto sui casi di abusi sessuali in cui è coinvolto un membro della chiesa cattolica del paese, in particolare sacerdoti. È la prima volta che in Cile si arriva ad elaborare un rapporto di questo tipo e la prima volta che viene pubblicato seppure si tratta di un documento non definitivo.

Dal giorno dell’entrata in vigore della riforma del processo penale (2001), 158 persone sono state coinvolte in questo tipo di accuse, vincolate a 144 indagini. Fra queste 158 persone 74 sono vescovi o sacerdoti o diaconi diocesani e altre 65 persone appartengono a Istituti religiosi (Salesiani 16 casi e Maristi 15). Vi sono inoltre 10 laici indagati così come altri 5 casi che coinvolgono vescovi o superiori di congregazioni religiose sotto inchiesta per copertura oppure per avere ostacolato la giustizia.
Le vittime sono in totale 267, di cui 178 tra bambini e adolescenti (femmine e maschi). Gli adulti sono 31. In 58 casi, relativi a denunce precedenti alla riforma, non è stato possibile precisare l’età della vittima al momento dei fatti.

Mentre 104 indagini sono ormai chiuse, ne restano ancora aperte 34. Tra le 104 indagini chiuse, 23 sono terminate con una condanna. In un caso si è registrata un’assoluzione. In 4 casi si è deciso una sospensione condizionale del procedimento. In 43 casi la causa è stata chiusa per mancanza di antecedenti. In sei casi non ha avuto luogo nessuna indagine (i fatti non costituivano reato) e 21 casi sono stati rinviati alla giustizia penale vecchia poiché i fatti denunciati si sono registrati prima dell’entrata in vigore della riforma del processo penale.

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