MORIRE DI MORBILLO NELLA FORESTA. Una epidemia ha colpito una tribù dell’Amazzonia isolata e con poche difese immunitarie

In passato le epidemie hanno ucciso il 20 per cento degli Yanomami in Brasile (Foto Antonio Ribeiro-Survival)
In passato le epidemie hanno ucciso il 20 per cento degli Yanomami in Brasile (Foto Antonio Ribeiro-Survival)

Al confine tra Brasile e Venezuela un’epidemia di morbillo ha colpito una tribù amazzonica isolata che ha poche difese immunitarie verso la malattia. Se non saranno adottate al più presto misure d’emergenza, questa devastante epidemia potrebbe uccidere centinaia di indigeni.

Le comunità yanomami in cui è esplosa la malattia sono tra le più isolate dell’Amazzonia. La regione è stata invasa da migliaia di cercatori d’oro, una delle probabili fonti dell’epidemia. Tuttavia, nonostante le ripetute denunce, le autorità hanno adottato ben poche misure efficaci per mandarli via. Sul fronte brasiliano almeno 23 indigeni si sono recati in ospedale ma la maggior parte degli ammalati sono lontani dall’assistenza medica.

Sul fronte venezuelano Survival International fa appello alle autorità del paese affinché forniscano assistenza medica immediata a queste comunità remote. “Quando i popoli indigeni vengono contagiati da malattie comuni come morbillo o influenza, che non hanno mai conosciuto prima, sono in molti a morire. Intere popolazioni possono essere spazzate via” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “Queste tribù sono i popoli più vulnerabili del pianeta. L’assistenza medica urgente è la sola cosa che può salvare queste comunità dalla distruzione.”

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