DIFENDERE L’AMBIENTE COSTA CARO. E l’America Latina si conferma come l’area che paga il prezzo più alto: 116 attivisti assassinati nel 2017

Demetrio Pacheco, un ambientalista peruviano più volte minacciato per difendere il suo territorio dal disboscamento illegale (Foto Jack Lo vía Mongabay Latam)
Demetrio Pacheco, un ambientalista peruviano più volte minacciato per difendere il suo territorio dal disboscamento illegale (Foto Jack Lo vía Mongabay Latam)

Difensori dell’ambiente nel mirino. Lo sono in tutti i continenti in realtà, ma in America Latina più che altrove. Lo documenta il rapporto appena pubblicato dal centro di ricerca alla lotta contro i conflitti e alla corruzione legata alle risorse naturali “Global Witness” e dal quotidiano inglese “The Guardian”, che fornisce il numero totale di 197 ambientalisti uccisi in tutto il mondo nel corso del 2017. Di tale numero, 116 vittime sono da annoverare nei paesi dell’America Latina, “per aver affrontato governi e aziende che hanno rubato le loro terre e hanno danneggiato l’ambiente, e per aver denunciato le pratiche corrotte e ingiuste che lo hanno permesso “, segnala la pubblicazione di inglese.

Procedendo più a fondo nell’analisi dei dati raccolti si può vedere che il Brasile occupa la prima posizione non solo nella regione latino-americana ma anche in tutto il mondo, con 46 omicidi di difensori dell’ambiente. Seguono la Colombia con 32 assassini, il Messico con 15 e il Perù con 8 morti nel corso dell’anno 2017. L’Honduras completa la lista con cinque omicidi, il Nicaragua con quattro, il Guatemala con tre, la Repubblica Dominicana con due e il Venezuela con una persona assassinata. Col ché si può concludere che “Ancora una volta, l’America Latina è la regione più pericolosa per i difensori della terra e dell’ambiente” si legge nel rapporto. “Ciò è dovuto alla impunità diffusa, al debole stato di diritto e alle industrie rapaci che invadono sempre più le aree che non erano state toccate prima. Una regione ricca di risorse, dove molte delle ricchezze naturali dell’America Latina si trovano nei territori indigeni, quelli più colpiti dalle industrie estrattive e dalle industrie agro-alimentari che si impossessano di queste terre e danneggiano l’ambiente “.

Secondo i dati di questa indagine, le cifre su scala planetaria non sono cambiate sostanzialmente negli ultimi tre anni. Nel 2016, gli ambientalisti assassinati nel mondo hanno raggiunto il numero di 201 persone, mentre nel 2015 i morti sono stati 185. Come abbiamo già detto, l’anno scorso i decessi sono stati 197. Per quanto riguarda l’America Latina, il 2016 è stato l’anno con il più alto numero di omicidi nella regione, raggiungendo la cifra di 137, mentre nel 2015 gli assassini di ambientalisti erano stati 122.

Il rapporto “Global Witness-The Guardian” enumera tra le cause principali dietro la mattanza l’industria agro-industriale, l’estrazione mineraria, il bracconaggio e il disboscamento.

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