SCAMBIO IMMIGRANTI-MURO. IL SENATO USA DICE NO A TRUMP. Ma resta incerto il destino dei “dreamers”, che entro settembre 2019 dovranno andarsene dagli Stati Uniti

Dreamers chiedono garanzie davanti al Congreso (Foto AP - Andrew Harnik)
Dreamers chiedono garanzie davanti al Congreso (Foto AP - Andrew Harnik)

Ancora nebbia fitta sul futuro di quasi due milioni di così chiamati “dreamers”. Il senato degli Stati Uniti per il momento ha respinto la proposta del presidente Trump di procedere a regolarizzare 1,8 milioni di immigrati privi di documenti in cambio di 25 miliardi di dollari per innalzare il muro al confine con il Messico, rafforzare con più personale e tecnologia l’agenzia federale incaricata di monitorare l’area di frontiera e porre fine alle misure stabilite dalle leggi attuali in materia migratoria considerate troppo permissive e pericolose per la sicurezza dei cittadini americani. Di qui la richiesta di porre fine alla possibilità che un immigrato naturalizzato statunitense possa richiedere la residenza permanente per i genitori e i figli minori di 18 anni, limitare e condizionare l’assegnazione di visti di lavoro temporaneo esclusivamente a paesi che offrono lavoratori altamente qualificati per i settori scientifici e tecnologici dell’economia statunitense. La legislazione proposta da Trump e respinta dalla maggioranza del Senato chiedeva anche sanzioni fiscali contro città negli Stati Uniti che offrissero assistenza umanitaria agli immigrati privi di documenti.

Il dibattito era iniziato martedì 13 con l’obiettivo di approvare il progetto di legge che aveva come punto principale lo status di residenza e quello lavorativo dei dreamers. Com’è noto il 5 settembre scorso Trump aveva annunciato la fine del programma DACA, promosso dall’ex presidente Barack Obama nel 2012, che aveva protetto dalla deportazione i giovani arrivati negli Stati Uniti da bambini, ma aveva dato tempo al Congresso fino al 5 marzo per trovare una soluzione alla loro situazione. A partire da questa data, in caso di mancato raggiungimento di un accordo, circa 700mila immigrati privi di documenti saranno passibili di arresto ed eventuale deportazione dagli Stati Uniti.

E accordo non c’è stato. Per il momento l’ha spuntata l’opposizione democratica, che con l’appoggio dei repubblicani moderati ha annullato i dettami di Trump. Ma il tempo corre e Trump non demorde.

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