L’ESTATE IN URUGUAY CON ODORE DI MARIHUANA. Sulle celebri spiagge di Punta dell’Est aumentano i turisti in cerca cannabis

In una nuvola di fumo
In una nuvola di fumo

La scena si ripete, in un ostello di La Barra come nel centro di Punta del Este: una busta di plastica “ziploc”, foglie verdi sparse sul tavolo e turisti in cerchio all’aria aperta che si passano di mano in mano una sigaretta di cannabis. Anche se la vendita di marihuana -consentita al pubblico locale- non è permessa ai turisti, gli stranieri che arrivano alla principale spiaggia uruguaiana si ingegnano per ottenere la droga.

Stando a quello che ha potuto constatare El Observador (quotidiano dell’Uruguay, N. d. T.) che è andato nei luoghi dove si alloggiano i visitatori di Punta del Este, soprattutto in quelli frequentati da un pubblico giovane, la cannabis è ben lontana dall’essere un bene inaccessibile. Di fatto, vari hotel della zona si fanno pubblicità come “weed-friendly”, usano la cannabis come uno degli elementi decorativi principali, e addirittura consigliano ai loro ospiti come fare per ottenere uno spinello.

187 pesos uruguayani (6 dollari e mezzo) è il prezzo di una busta di 5 grammi di marihuana coltivata sotto il controllo dello Stato. Si può comperare in 12 farmacie di tutto il paese. “La seconda domanda che fanno, dopo aver ricevuto la password del Wi-Fi, è dove si può comprare marihuana”, dice a El Observador Gonzalo Laguna, uno dei proprietari del TheTripHostel, situato a pochi metri dalle dita (Mano de Punta del Este è una nota scultura sulla spiaggia Brava, N. d. T) di Punta dell’Est.

In La Barra, invece, il THC Hostel riceve i suoi clienti in una piccola hall decorata con merchandising cannabico, oggetti che si usano per fumare e piante di marihuana (maschio) delle dimensioni di un cespuglio. Per Gonzalo Laguna la regolamentazione ha scatenato una ondata di turisti che “vengono direttamente per questioni cannabiche”. Anche se la legislazione impedisce agli stranieri di comprare droga, l’impresario assicura che “in un modo o in un altro finiscono per trovarla”.

“C’è sempre qualcuno che ne ha. Il modo più facile di ottenerla è quello di condividerla”, commenta Laguna. “Diciamo loro di non preoccuparsi, perché la marihuana si trova, che escano a camminare e quando sentono l’odore si facciano avanti e chiedano”, aggiunge.

La proibizione della vendita di cannabis ai forestieri converte le pensioni e gli ostelli della costa in una giurisdizione a parte, che si regge su norme simili a quelle che vigevano in Uruguay fino al 2014, quando si promulgò la legge 19.172, che regolarizzò il mercato di cannabis. Prima di allora la legge anti droghe sanzionava l’acquisto e la vendita della sostanza psicoattiva, ma non il suo consumo. Ovvero, lo Stato permetteva che una persona fumasse marihuana ma gli proibiva di comprarla. È proprio in questo vuoto legale, -uno dei punti che ha cercato inutilmente di chiudere la legge approvata durante il mandato dell’anteriore governo- dove vanno a finire le “fumate” dei turisti durante la stagione estiva.

45 chilometri è la distanza più breve tra Punta del Este e una farmacia che venda cannabis ricreativa. Si trova nello stabilimento balneare Las Flores. Anche se il governo ha elaborato un piano per registrare l’acquisto di cannabis da parte degli stranieri, può punire solo coloro che procurano la sostanza, ma non ha strumenti per penalizzare il consumo della droga in quanto tale. L’opinione di Gonzalo Laguna è che questo sia un argomento in più per “estendere la regola ai turisti” e permettere che accedano alla marihuana “nel mercato bianco e legale”. Anche Gabriel Montiel, uno degli incaricati del THC Hostel, considera che “è un peccato” che non si possa vendere ai turisti. “La vendono dappertutto, sia pressata che i suoi fiori, stiamo perdendo tempo quando invece potremmo aumentare il flusso di gente”, dice.

Sperando che questo succeda il più presto possibile, sono vari gli hotel della costa uruguaiana che hanno già messo un piede nel circuito turistico della marihuana. Nelle farmacie di Punta del Este, le richieste di marihuana sono costanti, e anche se è la prima estate con questo sistema di acquisizione (prima si erano aperti i club di iscritti e l’autocoltivazione), la richiesta è nata il giorno in cui l’Uruguay ha approvato la legge e si è dichiarato agli occhi del mondo come una destinazione aperta al consumo di cannabis. “Da quattro anni chiedono la stessa cosa, quasi tutti i giorni.”, ha dichiarato a El Observador il proprietario di una piccola farmacia al centro di Punta del Este, che aggiunge: “generalmente sono più i latinoamericani che altri”.

Non sono, però, solo gli stranieri a non poter – in teoria – comprare cannabis nelle farmacie dello stabilimento balneare. Non lo possono fare neanche gli uruguaiani, dato che nella zona non c’è nessun locale abilitato. L’unica farmacia che vende marihuana a Maldonado si trova nello stabilimento Las Flores, a 45 chilometri da Avenida Gorlero.

*Giornalista della sezione economia e finanza del quotidiano El Observador

Traduzione dallo spagnolo di Silvia Pizio

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