FRONTIERE LATINOAMERICANE IN DISARMO. Il Cile ha sminato l’80 per cento del confine con la Bolivia. Restano da bonificare 26 mila ordigni antiuomo e anticarro

Militari cileni si preparano per detonare le mine al confine con la Bolivia
Militari cileni si preparano per detonare le mine al confine con la Bolivia

Tra muri minacciati e frontiere in armi ce n’è una che si avvia verso la demilitarizzazione totale. É la frontiera che corre tra il Cile, il Perù, la Bolivia e l’Argentina che venne minata dal Cile in momenti diversi della sua storia e quando i rapporti con i vicini non erano propriamente pacifici. Il consolato del Cile in Bolivia ha notificato al governo boliviano di aver bonificato l’80 per cento della frontiera tra i due paesi Per l’esattezza sono stati rimossi 181.000 ordigni esplosivi antiuomo e anticarro. Restano, secondo la comunicazione inoltrata dal governo cileno, 26.000 mine.

Il Cile ha accettato di bonificare il suo confine con l’Argentina, la Bolivia e il Perù entro il 2020, completando così l’impegno che il paese si è assunto con le organizzazioni internazionali che garantiscono la Convenzione di Ottawa. La Convenzione è stata adottata nel 1997 per promuovere il divieto universale di uso di queste armi, lo sminamento dei campi e l’assistenza alle vittime, e ha l’obiettivo di dichiarare il mondo libero dalle mine antiuomo entro il 2025.

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