ANCHE “GABO” NELLA CARTAGENA CHE VISITERÁ IL PAPA. Nel 50° anniversario di Cent’anni di solitudine prende il via un centro culturale dedicato a García Márquez

Un murale di García Márquez a Bogotá. Foto AP-Fernando Vergara
Un murale di García Márquez a Bogotá. Foto AP-Fernando Vergara

Nella sua ultima tappa in terra colombiana, nella splendida Cartagena de Indias, tra la visita alle cattedrali di Santa Caterina d’Alessandria e San Pietro Claver nel centro storico della città coloniale, la benedizione alla Virgen de la Bahía e la successiva messa prima del ritorno a Roma, Papa Francesco sfiorerà più di una volta il futuro “Centro Gabo”, lo spazio che la Colombia sta allestendo in omaggio al più illustre figlio di Macondo. Il Centro dedicato a Gabriel García Márquez muove i primi passi nel cinquantesimo anniversario dell’opera principe dello scrittore colombiano, Cent’anni di solitudine, e nelle previsioni della Fondazione che porta il suo nome potrà essere inaugurato nel 2018.

Si sa già che al suo interno ospiterà un museo, uno spazio culturale aperto al pubblico e un programma di ricerca sulla memoria del Premio Nobel di Letteratura nei differenti ambiti in cui ha fatto incursione: la letteratura, il giornalismo, il cinema, la critica letteraria, l’analisi della realtà latinoamericana. Vi si impartiranno anche corsi e seminari di giornalismo gestiti dalla “Fundación Gabriel García Márquez para el Nuevo Periodismo Iberoamericano” (FNPI) fondata dallo stesso scrittore ancora in vita per promuovere la professione nel contesto delle democrazie latinoamericane.

Jaime Abello, direttore della Fondazione Gabriel García Márquez per il Nuovo Giornalismo Iberoamericano (FNPI) che dirigerà il progetto annuncia che il costituendo “Centro Gabo” lavorerà anche con bambini e giovani – all’inizio di Cartagena de Indias – cui proporrà laboratori e corsi di formazione alla comunicazione. Un progetto pilota in questo senso è già iniziato ed interessa i giovani del quartiere “Nelson Mandela” uno dei più poveri di Cartagena.

Si sa anche che è in preparazione un libro su un volto meno conosciuto di Garcia Márquez, quello, appunto, di giornalista rigoroso e scrupoloso. “Vogliamo arrivare ad un libro su Gabo e la sua ricerca scientifica sulla realtà, questo è un po’ il profilo che ci interessa: il Gabo senza farfalle gialle” spiega il direttore della Fondazione. Che ricorda come l’autore di Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera si considerava “fondamentalmente un giornalista”. Nel 1991 García Márquez disse che i suoi “sono libri da giornalista, anche se si vede poco”. In essi “c’è una grande quantità di ricerca e di verifica di dati e di rigore storico, di fedeltà ai fatti” e in fondo “sono grandi reportage romanzati o fantastici” nei quali “il metodo di ricerca e gestione dell’informazione e dei fatti è da giornalista”.

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