PALESTINESI D’AMERICA (LATINA). In Cile, dove vive la più grande comunità della diaspora al di fuori dei paesi arabi, si sono riunite 14 delegazioni. Per parlare del futuro

Mezzo milione in Cile
Mezzo milione in Cile

C’erano Messico, Honduras, El Salvador, Panamá, Nicaragua, Guatemala, Venezuela, Colombia, Ecuador, Argentina, Perù, Brasile e Bolivia, tutti in Cile, a Santiago, dove risiede la più grande comunità della diaspora palestinese nel mondo fuori dai paesi arabi, mezzo milione di persone, la metà dei palestinesi di tutta l’America Latina. La ragione dell’appuntamento cileno sono una concentrazione insolita di anniversari, tutti nel 2017, che vanno dai 100 anni dalla Dichiarazione Balfour del novembre 1917 con la spartizione britannica dell’Impero Ottomano all’indomani della prima guerra mondiale e la creazione di un “focolare ebraico” in Palestina, i 70 anni dall’approvazione del Piano per la divisione della Palestina, cinquanta dall’occupazione israeliana e dieci dal blocco della striscia di Gaza. Le 14 delegazioni latinoamericane convenute nella capitale cilena dal resto del continente si sono messe d’accordo per promuovere una Convenzione della Diaspora Latinoamericana per intensificare i rapporti di natura sociale, culturale e imprenditoriale tra le diverse organizzazioni che riuniscono i palestinesi emigrati in America Latina in tempi diversi.

Il portavoce della comunità palestinese in Cile non ha mancato di osservare che il Meeting latinoamericano in gestazione “da molto tempo” acquista un rilievo speciale anche perché “per la prima volta nella storia gli Stati Uniti non hanno posto il veto nelle ultime votazioni alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite che chiede a Israele di abbandonare la costruzione di colonie nei territori palestinesi occupati illegalmente”. Un segnale che potrebbe essere contraddetto dall’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti. E’ noto infatti che Donald Trump ha annunciato pieno appoggio a Israele e ha biasimato l’atteggiamento del governo americano di non aver votato la risoluzione che difende la politica di creazione di nuove colonie israeliane.

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