MIGRANTI E MIGRAZIONI. Nasce un nuovo organismo su scala latinoamericana: il Consiglio della mobilità umana e dei rifugiati

Una porta nel muro
Una porta nel muro

Il Consiglio episcopale delle Chiese dell’America Latina compie un passo importante in direzione di una più incisiva attenzione alle centinaia di migliaia di persone che migrano da un punto dell’America Latina all’altro alla ricerca di migliori condizioni di vita o per sfuggire alla violenza nei paesi di residenza. Crea uno specifico organismo al proprio interno che avrà il fenomeno delle migrazioni come oggetto privilegiato di attenzione e di lavoro. L’organismo si chiamerà “Consiglio latinoamericano della Mobilità umana e dei Rifugiati” (Clamor) e sarà operativo prima della fine dell’anno.

La scelta di dar vita ad una nuova struttura di portata continentale, comunicata in questi giorni dal CELAM, organismo della Chiesa cattolica fondato nel 1955 da Pio XII su richiesta dei vescovi dell’America Latina e dei Caraibi, è tra le principali decisioni adottate nella “Dichiarazione dell’Honduras” che fa seguito al recente seminario svoltosi a Tegucigalpa su iniziativa del Dipartimento Giustizia e Solidarietà del CELAM dedicato ai migranti, ai rifugiati, alla tratta delle persone.

Nella Dichiarazione conclusiva del summit in Honduras si evidenzia “la grave situazione che vivono milioni di fratelli e sorelle che si sono visti costretti a emigrare, trovando muri fisici, politici, religiosi e culturali invece che porte aperte”. In particolare, vengono portati alcuni esempi, come le “15mila persone, messicane, turche, pakistane, togolesi, siriane, haitiane, eritree e congolesi ferme negli ultimi quattro mesi a Tijuana”, alla frontiera tra Messico e California; o “i più di 26mila minori giunti negli ultimi sei mesi secondo l’Unicef nel nord del Messico e negli Stati Uniti, chiedendo asilo”. E “non è meno drammatica la situazione di centinaia di cubani bloccati in Panamá o Costa Rica o la lacerante la situazione di migliaia di haitiani che scappano dalla povertà, obbligati a percorrere rotte pericolose e affrontare pesanti discriminazioni”.

Il neonato “Consiglio latinoamericano della Mobilità umana e dei Rifugiati”, negli intenti delle Chiese latinoamericane che lo promuovono, avrà il compito di articolare e coordinare “gli sforzi delle diverse realtà della Chiesa” che si occupano della pressante questione.

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