VIENE DAL VENEZUELA IL NUOVO “PAPA NERO”. La sorprendente elezione di padre Arturo Sosa, un gesuita che sa leggere il mondo.

Passaggio di consegne: il generale uscente Adolfo Nicolás e l’eletto Arturo Sosa Abascal
Passaggio di consegne: il generale uscente Adolfo Nicolás e l’eletto Arturo Sosa Abascal

Sorprendente l’elezione del gesuita Arturo Sosa Abascal come 30.mo successore di sant’ignazio di Loyola. Colpisce subito che sia un latinoamericano, un venezuelano e che in molti momenti la sua biografia sia molto simile a quella di Jorge Mario Bergoglio. In molti si aspettavano un italiano o un asiatico. Quasi nessuno aveva ipotizzato un gesuita dell’America Latina. Il nuovo Preposito è il primo latinoamericano dalla fondazione della Compagnia nel 1540 e a lui tutti riconoscono due qualità essenziali: grande capacità di ascolto e grande capacità di discernimento.

A prima vista è anche sorprendente che la scelta sia caduta su un sacerdote la cui formazione intellettuale e politica è molto solida, profonda e articolata. Di lui, alcuni confratelli hanno sempre detto: “Sa leggere il mondo”. Ciò ci fa pensare che i gesuiti hanno scelto un nuovo Superiore generale non solo per governare la Compagnia ma anche per leggere il mondo, il suo presente incerto, insidioso e travagliato, ma soprattutto per leggere i segni dei tempi e della speranza.

Padre Sosa, forte della sua spiritualità, riconosciuta da tutti, ha dedicato grande parte della sua vita a studiare il potere e i suoi meccanismi non solo perché ritiene che sia la forma più alta e nobile del servizio, come spesso ricorda Papa Francesco, ma anche perché è proprio il potere l’imbuto che può consentire o ostacolare le aspirazioni umane alla libertà, alla dignità e alla realizzazione delle persone e dei popoli. Molte delle sue riflessioni avvicinano notevolmente la sua visione di popolo a quella di Francesco. Come figlio dell’America Latina la sua sensibilità nell’ambito dei diritti è particolarmente alta, a fior di pelle.

La scelta di padre Sosa, il primo Preposito non-europeo in quattro secoli, con ogni probabilità segna anche un cambio di passo nella Compagnia di Gesù. Da un lato, sembra di poter leggere che i gesuiti si avviano verso una fedeltà robusta verso le sorti del pontificato, ma al tempo stesso conservando un’autonomia affabile, in grado di tracciare anche disaccordi o visioni alternative. Papa Francesco avrà in padre Sosa un solido e leale sostegno, come hanno sempre fatto i gesuiti con i Papi (al quale come si sa sono legati in modo speciale e singolare), e al tempo stesso una voce autorevole da ascoltare sempre.

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