I VENEZUELANI, A GRANDE MAGGIORANZA, APPOGGIANO UNA MEDIAZIONE DEL PAPA. Oltre l’80% la vede con favore, la considera efficace, ritiene Francesco “indipendente”

Esercitazione militare in Venezuela
Esercitazione militare in Venezuela

Mentre il Segretario della conferenza episcopale del Venezuela Víctor Hugo Basabe fa sapere di disconoscere i motivi che hanno consigliato il Segretario vaticano per i rapporti con gli stati Paul Gallagher a sospendere il viaggio già programmato e lamenta che si sia persa una importante occasione di dialogo l’istituto di sondaggi Hinterlaces porta a conoscenza i risultati dell’ultimo rilevamento dove risulta che l’88 per cento degli interpellati si dichiara “d’accordo” con una eventuale mediazione di Papa Francesco per promuovere il dialogo e la pace in Venezuela e solo un 11% si dichiara “in disaccordo”. Il viaggio di Gallagher, già inviato speciale con funzioni di Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo da papa Giovanni Paolo, non era diretto espressamente ad intraprendere una mediazione – le cui condizioni sono ancora insufficienti – ma a partecipare all’ordinazione del nunzio in seconda monsignor Francisco Escalante, appena assegnato alla delegazione pontificia in Congo. Si sa però che dopo la lettera personale di papa Francesco al presidente Maduro, un passo dentro la gravissima crisi per avvicinare le parti e scongiurare uno scontro incontrollabile nelle strade sarebbe stato tentato. Il “niet” all’alto diplomatico vaticano ha chiuso le porte – provvisoriamente si spera – di un percorso che ha avuto inizio la domenica di Pasqua quando nel saluto al mondo il Papa ebbe a prolungare idealmente il cuore del messaggio pasquale desiderando che “si proietti sempre più sul popolo venezuelano nelle difficili condizioni in cui si trova a vivere e su quanti hanno in mano i destini del Paese, affinché si possa lavorare in vista del bene comune, cercando spazi di dialogo e collaborazione con tutti”. Parole che sono rimbalzate nell’Assemblea Nazionale dando luogo ad una inedita convergenza tra le due principali componenti in parlamento, il Gran Polo Patriótico (GPP) e la Mesa de la Unidad Democrática (MUD) spingendole a sottoscrivere una mozione di accettazione dell’esortazione papale. Ai segnali positivi fece seguito la dichiarazione dei vescovi del Venezuela del 27 aprile e il messaggio al vicepresidente Aristóbulo Istúriz con cui il nunzio in Venezuela Aldo Giordano faceva sapere di “essere pronto a collaborare alla pace” del paese e di “voler contribuire al bene del popolo del Venezuela”.

Il sondaggio di Hinterlaces, ampiamente ripreso dai media venezuelani, evidenzia inoltre che per un 81 per cento di interpellati una mediazione internazionale che promuova il dialogo tra governo ed opposizione è “molto necessaria” (37), “necessaria” (38), “abbastanza necessaria” mentre solamente 17% la ritiene di “poca utilità” o “per nulla necessaria”.

Richiesti di esprimere un parere sull’imparzialità del Papa l’86 per cento dei venezuelani considera che Francesco abbia una posizione “indipendente”, e solo il 3% lo giudica “più vicino al Chavismo” e il 5% “più vicino all’opposizione”. Quanto all’efficacia di una eventuale mediazione, qualora fosse permessa e le condizioni venissero giudicate praticabili dall’istanza mediatrice, l’83 per cento ritiene “molto efficace” un intervento papale, efficace il 49%, “abbastanza efficace” il 15. Un 16 per cento la considera “poco” (7) e “per nulla” (9) efficace.

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