ARRESTATO IN ARGENTINA UN EX CAPPELLANO MILITARE. Per i giudici “sapeva che i detenuti del centro clandestino di Rosario venivano sottoposti a tortura”

Il sacerdote Eugenio Zitelli
Il sacerdote Eugenio Zitelli

Nella città di Rosario in Argentina due pubblici ministeri hanno chiesto l’immediata carcerazione del sacerdote Eugenio Zitelli, ex cappellano, imputato a piede libero in due processi, Feced III e Feced IV, perché sarebbe colpevole di gravi reati contro i diritti umani durante il periodo delle dittature militari tra il 1976 e il 1983. Adolfo Villate e Gonzalo Stara hanno chiesto questa misura detentiva urgente dell’ex cappellano del Servizio d’informazione della Polizia di Rosario dopo una sentenza della Cassazione federale che annullò una precedente liberazione del sacerdote vincolato pesantemente ad azioni contro la dignità umana quando il capo della Polizia di Santa Fe era il militare Agustín Feced.

I pubblici ministeri ritengono che padre Zitelli sia colpevole di reati di “estrema gravità”, in particolare nel caso “della privazione della libertà di cinque detenuti che transitarono anni fa nel centro clandestino di detenzione di Rosario”. L’accusa precisa: il sacerdote “aveva piena coscienza di quanto stava accadendo in questo luogo con questi detenuti, in particolare sapeva che venivano sottoposti a tortura”. Il sacerdote, aggiungono, “in più di un’occasione è stato presente a queste sedute di tortura perché riteneva che erano un mezzo necessario per ottenere informazioni”.

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