“SIAMO TUTTI ITALIANI”. Parte dall’America Latina una petizione per la cittadinanza che potrebbe rivoluzionare il sistema burocratico italiano

Stampa di emigranti italiani pronti all'imbarco verso l'America del Sud
Stampa di emigranti italiani pronti all'imbarco verso l'America del Sud

Accelerare le procedure burocratiche con proposte originali e alternative, è possibile. Soprattutto nei paesi dell’America Latina segnati da una forte immigrazione italiana, questo è un problema e un’esigenza che aspetta di essere presa in considerazione. Chi ha accolto le lamentele degli italo discendenti che fanno la fila da 10 anni per ottenere la doppia cittadinanza, è stato un politico, Fausto Longo, senatore e membro del Comitato per le questioni degli italiani all’estero che dal Brasile ha lanciato una petizione popolare online.

“Siamo tutti Italiani” è il titolo del documento che si rivolge alle persone che hanno nel sangue la discendenza italiana, la volontà e l’orgoglio di essere riconosciuti italiani ma che subiscono i limiti derivanti dalle oggettive difficoltà della Rete Consolare italiana nel soddisfare le massicce richieste.

Nell’appello il Senatore Longo chiede al Parlamento italiano l’adeguamento della normativa con lo scopo di affiancare agli attuali procedimenti attuabili presso le Rappresentanze Consolari italiane (per i residenti all’estero) e presso i Comuni italiani (per coloro che abbiano trasferito la loro residenza in Italia), una procedura che consenta agli oriundi italiani di presentare l’istanza presso il Comune italiano di nascita dall’ascendente che emigrò stabilmente al di fuori dei confini nazionali, o, in alternativa, a un Comune appartenente alla medesima Regione, senza necessità di trasferire la residenza in Italia.

Non meno importante: il Governo e il Parlamento devono prima di tutto modificare la disciplina della tassa di 300 euro richiesti a coloro che avviano le pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana presso le rappresentanze Consolari. Il tributo non può più essere percepito in forma diretta dal Dipartimento del Tesoro (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ma deve essere destinato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale al fine esclusivo di potenziare la rete consolare che ad oggi non dispone di risorse economiche e professionali in numero sufficiente per ottemperare alle richieste di cittadinanza nei 240 giorni previsti dalla Costituzione.

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