INVERSIONE DI TENDENZA. Uno studio segnala che gli immigranti messicani che ritornano nel loro paese supera quello di coloro che entrano negli Stati Uniti

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Aumenta il numero dei messicani che lasciano gli Stati Uniti per tornare nei loro luoghi d’origine e diminuisce il numero di quelli che compiono il cammino opposto. E’ quanto risulta da una ricerca pubblicata questa settimana dal Centro de Investigación Pew, un think tank con sede a Washington che analizza – tra le altre – informazioni sulle problematiche e le tendenze migratorie da e verso gli Stati Uniti.

Stando alla ricerca del centro studi l’inversione di tendenza si produce dopo 50 anni di flusso migratorio crescente che ha portato i messicani ad essere il gruppo etnico ispanico più grande negli Stati Uniti.

Lo studio del Pew registra che più di un milione di messicani con le rispettive famiglie, compresi 100 mila bambini minori di cinque anni, sono tornati in Messico nel quinquennio 2009-2014. In questo stesso arco di tempo sono 870 mila i messicani giunti negli Stati Uniti, con una differenza di 140.000 a favore delle uscite.

A fronte della diminuzione – i messicani restano pur sempre la prima emigrazione con 16 milioni dal 1965 – la ricerca segnala un aumento del flusso migratorio asiatico, soprattutto cinese.

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