ARCHIVI CHE CONTANO. Quello di Ellacuría, assassinato 26 anni fa con altri 5 gesuiti nell’Università centroamericana di San Salvador è appena stato dichiarato Patrimonio dell’America Latina

Museo de la Palabra y la Imagen
Museo de la Palabra y la Imagen

Nell’Università centroamericana José Simeón Caña, la stessa dove il 16 novembre del 1989 vennero assassinati i sei gesuiti, la cuoca Elba Julia Ramos e a sua figlia quindicenne Celina Mariceth Ramos, la commemorazione della strage di 26 anni fa prosegue con esposizioni fotografiche, conferenze e rassegne bibliografiche. Con una novità: il lascito dell’ex rettore, il teologo Ignacio Ellacuría, è stato dichiarato “Patrimonio Documentale” dell’America Latina dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco). Lo ha riferito il Museo de la Palabra y la Imagen (Mupi) creato all’interno dell’Università per incentivare ricerche sulla storia del paese. Il documento che certifica il riconoscimento è stato consegnato da un esponente dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura al successore di Ellacuría, il sacerdote Andreu Oliva.

Ellacuría “è riconosciuto internazionalmente per i suoi contributi alla teologia e alla filosofia e per il ruolo rivestito nella ricerca di una via d’uscita negoziata alla guerra civile salvadoregna” (1980-1992), costata almeno 75.000 morti e preceduta dall’uccisione di monsignor Oscar Arnulfo Romero, omicidio considerato la scintilla che innescò il conflitto” ha ricordato il rappresentante dell’Unesco. L’archivio contiene “documenti unici e insostituibili di fonti primarie per studiare il pensiero di Ignacio Ellacuría e la sua applicazione per la risoluzione dei gravi problemi che affrontiamo in Salvador”.

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