I “COMPAGNI MARTIRI” DI RUTILIO. Sono i due contadini uccisi con il sacerdote salvadoregno alcuni giorni prima di Romero, anch’essi incamminati con lui verso gli altari

La tomba di Rutilio Grande, Manuel Solorzano e Nelson Lemus nella chiesa di El Paisnal, El Salvador. Foto: Edgardo Ayala
La tomba di Rutilio Grande, Manuel Solorzano e Nelson Lemus nella chiesa di El Paisnal, El Salvador. Foto: Edgardo Ayala

I due contadini uccisi con padre Rutilio Grande andranno con lui verso l’altare come “compagni martiri”. Manuel Solorzano, 72 anni, e Nelson Lemus, appena quindicenne, erano tra i passeggeri del gesuita salvadoregno il 12 marzo 1977, quando degli uomini armati gli hanno teso una imboscata in mezzo a piantagioni di canna da zucchero, crivellando l’auto Safari che da Aguilares era diretta a El Paisnal, uccidendo i tre. Gli altri passeggeri riuscirono a fuggire.

Non è insolito che la Chiesa riconosca il martirio degli accompagnanti di un martire, in questo caso di un martire eminente come Rutilio Grande, perché anche la loro morte sarebbe stata provocata dallo stesso odio alla fede che ha colpito il martire principale. Ad esempio, nel viaggio in Corea nel 2014, Papa Francesco ha canonizzato Paul Yunji Chung e 123 compagni. I martiri della guerra civile in Spagna sono stati beatificati e canonizzati in gruppo. Si è soliti farlo quando più vittime vengono assassinate nel corso di uno stesso attacco o una medesima ondata repressiva.

Nel caso dei martiri di El Paisnal, l’equiparazione è giusta anche perché i tre erano membri del team pastorale della parrocchia di Gesù della Misericordia in Aguilares (la chiesa di padre Grande). Il più anziano, Manuel, era il custode della chiesa, mentre il ragazzo, Nelson, fungeva da campanaro. Padre Grande stava andando a El Paisnal, per continuare la Novena a San Giuseppe, sfidando le minacce che aveva ricevuto per il suo appoggio e la sua prossimità ai contadini. Grande ha chiesto al custode della chiesa di fargli compagnia; i due, poi, raccolsero Nelson lungo la strada.

Manuel Solorzano è nato nel 1905. É stato un fedele collaboratore di Padre Grande, uno dei membri più attivi della parrocchia. La sua fedeltà si è evidenziata negli ultimi istanti di vita, mentre cercava di coprire padre Grande e Nelson durante la sparatoria; il suo corpo è stato raggiunto da dieci proiettili. “I proiettili gli avevano strappato il braccio.”

Nelson Rutilio Lemus è nato nel 1961, non aveva ancora compiuto 16 anni. Frequentava la seconda media. La sua famiglia era stata minacciata per partecipare al movimento dei Delegati della Parola in parrocchia. Nelson si era offerto di suonare le campane della chiesa e aiutare nel monastero e nel tempio. “Nelson ha portato la propria croce, era epilettico dall’infanzia”.

Rutilio Grande e suoi compagni, Nelson R. Lemus e Manuel Solorzano sono un simbolo di speranza per il popolo di El Salvador”, scrive padre Rodolfo Cardenal nella sua autobiografia (Historia de una esperanza: Vida de Rutilio Grande, 1985). “Rappresentano una forza di vita che non può essere uccisa o fermata. La forza della vita che travalica ogni limite”.

Alla Messa nel Paisnal, davanti alle tre salme, Mons. Romero predicò che “Il vero amore è quello che conduce Rutilio Grande alla propria morte, con due contadini presi per mano. Così ama la Chiesa,” disse Monsignore. “Muore con loro e con loro si presenta alle porte del cielo”.

E adesso accompagnerà i tre agli altari.

*Direttore del sito SuperMartyrio

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