LAUDATO SI. E ADESSO? Foglio di viaggio di un’ambientalista di ultima generazione dopo la enciclica del Papa

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Francesco ci ha chiamati a un cambiamento profondo nei confronti di noi stessi e della nostra Terra. La sua Enciclica ha causato un’importante ripercussione nel mondo, e sono state diverse le voci che l’hanno appoggiata. Vediamo allora: cosa ci propone Laudato sí, d’ora in poi? Il foglio di viaggio che la stessa enciclica presenta è molto opportuno, include azioni da praticare nei diversi piani di azione di cui dispongono gli esseri umani. Da una parte, la globalità e la politica internazionale; d’altra parte la politica nazionale e locale e la partecipazione ai processi decisionali, la articolazione tra la politica e l’economia, le religioni in dialogo con la scienza e l’educazione e la spiritualità ecologica. Per questa causa, ci sono iniziative riconosciute che provengono dal movimento ecologico mondiale e dalla società civile, che vale la pena valorizzare e approfondire per continuare a lavorare. Queste azioni si presentano sia nell’ambito più prossimo alla nostra realtà quotidiana, così come nel contesto d’azione comunitario. Considereremo in questo senso una serie di esempi chiarificatori che possono aiutarci in questo compito:

Consumo cosciente e responsabile. È necessario uno stile di vita che superi il consumismo irrefrenabile e l’“usa e getta” come concetto egemonico. Tutti noi possiamo realizzare azioni affinché le modalità del nostro consumo tengano conto del fatto che “meno è di più”. L’uso delle risorse è un punto importante, non sprecare l’acqua, usare in modo efficiente l’energia, separare i rifiuti e riciclarli. Allo stesso modo, quando compriamo qualcosa, tener conto del suo ciclo di vita, vale a dire: Chi lo ha fatto? Come è arrivato nelle mie mani? Ha qualche marchio che possa servire a identificare che la sua produzione ha rispettato i diritti delle persone e dell’ambiente, come per esempio quello del “commercio giusto”? Posso riciclarlo quando già non mi serva più per la finalità per cui l’ho comprato?

Accesso alle risorse vitali. Generalmente le persone più povere sono quelle che soffrono la mancanza di giustizia ambientale, perché vivono nelle zone più inquinate, senza accesso a risorse vitali per il loro sviluppo. Risulta fondamentale che tutta la popolazione possa aver accesso a risorse fondamentali come l’acqua potabile e i servizi igienici, l’energia, la terra e il territorio. L’impostazione dell’ecologia umana è integrale, socio-ambientale e segnala che un rapporto armonico con l’ambiente deve prodursi in consonanza con una considerazione del valore umano come base dell’essere comunitario. In conseguenza, questo è un punto che non deve essere eluso dalle politiche locali, nazionali e globali, e nemmeno dalle richieste che come cittadini portiamo avanti in favore dei nostri diritti e di quelli delle nostre comunità. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che si approveranno nel settembre di quest’anno nelle Nazioni Unite concernono questi temi, e sarà di importanza fondamentale vigilare per assicurarne l’effettiva messa in pratica.

Cittadinanza. I conflitti socio ambientali stanno aumentando negli ultimi decenni, e questa situazione ha avuto come ripercussione un maggiore coinvolgimento della cittadinanza per ottenere l’effettivo riconoscimento del diritto all’ambiente e alla sostenibilità. Dai gruppi di popolazione autoconvocati, sino alle organizzazioni della società civile, c’è una ampia gamma di attori che partecipano alla costruzione di varie politiche ambientali e legate alla sostenibilità. Queste richieste sono riuscite a dare visibilità, con maggiore o minor successo, a problematiche che interessavano la cittadinanza fino a situarsi, in alcuni casi, come parte dei programmi pubblici.

Valorizzazione della partecipazione delle comunità locali. Il substrato di conoscenze delle comunità locali e dei popoli indigeni risulta fondamentale per poter lavorare nella pianificazione di uno sviluppo sostenibile, integrale e inclusivo. Le decisioni nelle varie sfere devono necessariamente coinvolgere e tenere in conto tali comunità nei processi decisionali. Non si tratta di un aspetto “cosmetico”, bensì di un diritto che deve essere rispettato e per altro lato di un elemento che produce il beneficio di migliori decisioni comunitarie da un punto di vista integrale.

Decisioni nazionali e locali. Esistono norme e meccanismi di partecipazione nei processi decisionali a livello locale e nazionale. La corruzione uccide e inquina, e i meccanismi di accesso all’informazione e alla partecipazione cittadina danno trasparenza e inquadrano in modo più adeguato le decisioni. Per questa ragione appare fondamentale superare il deficit di messa in opera delle norme ambientali con una partecipazione attiva dei cittadini e delle comunità nei processi di costruzione delle decisioni comuni.

Educazione ambientale per la sostenibilità. Risulta essere un pilastro per la famiglia, la scuola, l’università, la vita politica e la vita religiosa. Siamo comunità in continuo apprendimento, e l’educazione ambientale si presenta tanto sul piano informale come su quello formale. Da una parte l’incorporazione costante di pratiche e costumi al servizio del bene comune, e allo stesso tempo nell’ambito di piani formali di formazione. La integralità dell’ecologia riguarda anche un lavoro in comune, che superi il solo sguardo di un sapere o di una scienza, e per questo sono fattori chiave l’educazione, l’approccio integrale delle conoscenze e la spiritualità.

Economia integrale. Si tratta di una visione integrale dell’ecologia e della sostenibilità, come è il caso del triplice impatto positivo: ambientale, sociale ed economico. Una economia che non sia incatenata a una redditività a tutti i costi, ma piuttosto a partire da un’articolazione tra l’impresa e la società tenendo conto della forma in cui la stessa impresa e i suoi fornitori disegnano, producono e generano impatto, con l’obiettivo di priorizzare gli effetti positivi a livello sociale e ambientale. Approfondire conoscenze come quella della responsabilità allargata del produttore o il sistema dalla culla alla culla e quello del ciclo di vita dei prodotti, costituisce la ricerca di una visione integrale dell’economia e dovrebbe essere incorporato alle politiche pubbliche e private con maggior enfasi.

Decisioni globali. Il movimento internazionale globale che ha generato norme sui temi dell’ambiente e della sostenibilità già ha più di 40 anni, e ciò nonostante ci sono ancora molti deficit nella messa in opera di tanti trattati internazionali, soprattutto di quelli che richiedono un cambiamento dei paradigmi nelle forme di produzione e di consumo, come è il caso dei regimi globali di Cambiamento Climatico e Biodiversità. E allo stesso tempo, gli esempi puntuali che hanno mostrato passi in avanti positivi, come lo è il tema della protezione dello Strato di Ozono, possono servirci come incoraggiamento per poter lottare per le modifiche di cui la nostra Terra ha bisogno con somma urgenza. In questo senso, risulta di importanza fondamentale valorizzare e approfondire la partecipazione, proposta e sviluppo di concetti in materia di governabilità globale, come nel caso del processo di costruzione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che si sta portando avanti a livello delle Nazioni Unite, il finanziamento dello sviluppo e la discussione globale climatica che svolgerà a fine anno a Parigi.

Ecumenismo e spiritualità. Come parte del dialogo interreligioso e intersettoriale, in aprile del 2015, anteriormente alla presentazione dell’enciclica, leader religiosi insieme ad accademici, specialisti in sviluppo e decisori, convocati dall’Accademia Pontificia delle Scienze in Vaticano, hanno emesso una dichiarazione su “Cambiamento Climatico e il Bene Comune”, e hanno richiamato in forma contundente la necessità di destinare fondi pubblici e mobilitare l’opinione pubblica per creare nessi con le persone più povere del mondo per poterle preparare a far fronte alle sfide degli inevitabili cambiamenti climatici e degli ecosistemi.

In conseguenza, di fronte al cambiamento globale che sta danneggiando la terra e l’umanità, si impone un cambiamento individuale e collettivo, in cui come persone e come famiglia umana possiamo reagire, approfondire le nostre azioni positive e invertire la rotta di secoli di autodistruzione. Il richiamo di Francesco si rivolge a tutti gli esseri di buona volontà, in una visione integrale di un mondo che ha bisogno che siamo uniti, per le generazioni attuali e per quelle future.

*Coordinadora de Sustentabilidad de la Escuela de Posgrado del ITBA (Instituto Tecnológico de Buenos Aires), è stata Directora Ejecutiva de FARN (Fundación Ambiente y Recursos Naturales) dal 2007-2013 e attualmente è membro del suo Consiglio Consultivo

Traduzione dallo spagnolo di Francesca Casaliggi

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