“NON TUTTO E’ PERDUTO”. E’ nata l’utopia che mancava da tempo, “la speranza che non tece più”

Sala stampa vaticana: L’eciclica si presenta
Sala stampa vaticana: L’eciclica si presenta

“Non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà. Non esistono sistemi che annullino completamente l’apertura al bene, alla verità e alla bellezza, né la capacità di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua dignità che nessuno ha diritto di toglierle.” (Laudato sì, N° 205)

Nonostante le manovre per depotenziare l’impatto mediatico dell’Enciclica «Laudato sì» di Papa Francesco, basta navigare 5 minuti in Rete, per capire che si è davanti ad un fenomeno comunicativo del tutto eccezionale. I telegiornali della giornata lo confermano. I quotidiani cartacei di domani confermeranno ancora quanto detto. Il documento del Papa si è rivelato, come era stato detto da alcuni, non un’Enciclica “green” o “ambientale” ma molto di più.

L’Enciclica in realtà è un testo corposo ma scritto con un linguaggio semplice, mite, chiaro e gradevole, che spazia con serenità e intelligenza su tutte le grandi sfide dell’uomo contemporaneo aprendo speranza, infondendo ottimismo e coraggio, e soprattutto tessendo dialogo, ponti, incontri e collaborazione. Il documento di Papa Francesco offre a tutti, credenti o non, cattolici o non, un’impalcatura di valori di alto calibro etico, esistenziale e culturale. Con l’Enciclica, in particolare per le generazioni giovani, è nata una vera, autentica e sana “utopia” che mancava da molto, da troppo tempo. Anche chi non è d’accordo con tutto o che ha delle critiche rispettose e ragionevoli da avanzare, se in buona fede e senza seconde intenzioni, troverà in questo documento quel respiro profondo che mancava e che da molto tempo soffocava il cuore e la gola di molti.

Nell’Enciclica vi sono tutte le questioni veramente importanti che tutta l’umanità, nell’accordo e nel disaccordo rispettoso, aveva bisogno di trovare davanti a suoi occhi per mettersi al lavoro. Nulla è perduto ancora. Si può cambiare, anzi si deve cambiare, e ognuno, dal piccolo al potente, ha un ruolo e un compito. La barca o affonda con tutti, senza eccezione o prende il largo e arriva in porto con tutti, senza eccezione. Non è in gioco una singola fede cristiana. Sono in gioco l’uomo e l’umanità e da queste sfide nessuno si può sottrarre.

Il Papa ha donato a tutti un suo pregevole contributo alla discussione, alla riflessione e alla collaborazione. Non solo una questione di cambiamenti climatici. E’ una questione globale e totalizzante: il futuro del pianeta e soprattutto il futuro di colui che Dio ha chiamato a coltivare e custodire questo giardino. Parafrasando Cesare Pavese ci viene da dire: la speranza non tace più.

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