ASSASSINATI DA SENDERO LUMINOSO, BEATI IN DICEMBRE. Il leader del gruppo guerrigliero conferma che i tre francescani furono uccisi per motivi religiosi e chiede perdono

Abimael Guzmán, leader di Sendero Luminoso, in carcere in Perù dal 1992
Abimael Guzmán, leader di Sendero Luminoso, in carcere in Perù dal 1992

“Una testimonianza fondamentale” per il riconoscimento del loro martirio. Si aggiunge un ulteriore elemento nell’iter che tra non molto porterà alla beatificazione dei tre sacerdoti francescani, i polacchi Miguel Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski e l’italiano Alessandro Dordi, uccisi “in odio alla fede” dal gruppo terrorista peruviano Sendero Luminoso. E la testimonianza arriva dritta dal carcere in cui si trova l’uomo che quell’assassinio lo decise, il leader dell’organizzazione armata Abimael Guzmán. “Li abbiamo uccisi per motivi religiosi, perché la religione è l’oppio del popolo”, è quanto ha confessato il leader senderista – di ideologia marxista-leninista – al vescovo emerito di Chimbote ed iniziatore del processo di beatificazione, Mons. Luis Bambarén.

Per i guerriglieri, ha spiegato il vescovo riportando le parole di Guzmán, l’opera della chiesa era vista come un ostacolo al lavoro di indottrinamento e convincimento alla lotta armata portato avanti dal gruppo armato. Durante il loro incontro privato, inoltre, l’ex guerrigliero avrebbe anche chiesto perdono per l’omicidio.

La rivelazione del guerrigliero si è inserita in una recente polemica, scoppiata in seguito alle dichiarazioni del controverso sacerdote Gastón Garatea – un grande esperto dei movimenti rivoluzionari e membro della Commissione di Verità e Conciliazione incaricata nel 2001 di elaborare un rapporto sulla violenza interna del Perù (70 mila vittime stimate tra 1980 e 2000) – il quale aveva dichiarato ad una radio peruviana che l’assassinio dei tre sacerdoti non era stato dettato dall’odio alla fede, ma da motivi sociali. “Questi tre sacerdoti sono stati uccisi perché erano persone importanti, che stavano organizzando il popolo per difendersi da Sendero”, aveva spiegato il sacerdote.

Ma Monsignor Bambarén ha sottolineato come la testimonianza del capo guerrigliero smentisca questa interpretazione. Ora non resta che aspettare la beatificazione, approvata il 3 febbraio del 2015 da Papa Francesco con i decreti che li riconosceva ufficialmente assassinati “in odio alla fede”.

La cerimonia si terrà il 5 dicembre di questo anno nella diocesi di Chimbote, nel nord del Perù.

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