LA RESA DEI CONTI. Gli Stati Uniti estradano due militari di alto grado accusati per il massacro dei gesuiti nel 1989. Uno verrà processato in Spagna, l’altro nel Salvador

Vides Casanova, al centro con gli occhiali, in arrivo all’aeroporto internazionale Oscar Arnulfo Romero di San Salvador
Vides Casanova, al centro con gli occhiali, in arrivo all’aeroporto internazionale Oscar Arnulfo Romero di San Salvador

Con un provvedimento lungamente atteso gli Stati Uniti hanno deciso di estradare in Spagna un alto militare salvadoregno accusato di essere implicato nell’assassino dei gesuiti, della domestica e della figlia piccola avvenuto nel novembre del 1989 all’interno dell’Università centroamericana di San Salvador. La risoluzione, nient’affatto scontata, permetterà di procedere con il processo a carico di Inocente Orlando Montano, già colonnello e vice ministro per la sicurezza, uno dei 19 militari accusati di partecipare alla pianificazione di una delle ultime efferate stragi avvenute poco prima della fine della guerra civile che ha insanguinato El Salvador per un ventennio e conclusasi con gli accordi tra governo e guerriglia nel 1992.

Con l’estradizione dell’ufficiale – oggi ex – il Dipartimento di Stato ha riconosciuto che ci sono accuse fondate a suo carico che devono essere valutate da una corte penale e che possono portare ad un processo. Del resto la giustizia statunitense ha documentato responsabilità di Montano in un migliaio di violazioni gravi ai diritti umani compresi molteplici casi di assassinio, oltre al massacro dei gesuiti. Montano era supervisore di una stazione radio che alcuni giorni prima del massacro aveva minacciato di morte i gesuiti. Si crede abbia partecipato a diverse riunioni, in una delle quali venne dato l’ordine di uccidere i padri della Università cattolica centroamericana senza lasciare testimoni.

Lynn Karl, docente universitaria specialista nel conflitto salvadoregno ha elaborato un rapporto per la Magistratura statunitense che segnala l’alto ufficiale al comando di unità militari che hanno assassinato 65 persone ed effettuato centinaia di detenzioni arbitraria e torture. L’accusa contro Montano risale al 2008, quando i familiari di alcune vittime sporsero denuncia ma l’ordine di cattura internazionale contro l’ufficiale, nel frattempo espatriato negli Stati Uniti, venne trasmesso solo nel 2011 dalla magistratura iberica, che decise di intervenire avendo alcuni degli assassinati nazionalità spagnola. Solo allora si seppe che il militare era stato detenuto negli Stati Uniti per frode migratoria e ne venne chiesta l’estradizione.

Montano, che si era stabilito nel Massachusetts nel luglio del 2001, aveva tentato di rinnovare il proprio status migratorio in modo fraudolento. Detenuto e processato per questo reato, che egli stesso ammise di aver commesso, nel 2013 venne condannato a 21 mesi. Nel corso del procedimento si comprovò anche che l’imputato aveva occultato informazioni sul suo passato militare in tre dichiarazioni successive negli anni 2007, 2008 e 2010. Per questa ragione al processo a suo carico vennero ascoltati testimoni e visionati diversi rapporti – della Comisión de la Verdad di El Salvador (1993), il Barriers to Reform, degli Stati Uniti (1990), e un altro rapporto realizzato da membri del Congresso Usa – che evidenziarono il coinvolgimento di Montano in centinaia di casi di violazione dei diritti umani, compreso, appunto, il massacro dei gesuiti della Uca.

Montano, detenuto in un carcere federale degli Stati Uniti, finirà di scontare la condanna a 21 mesi proprio il 16 aprile e l’estradizione verso la Spagna sarà esecutiva.

La resa dei conti arriva anche per l’ufficiale Carlos Eugenio Vides Casanova che con un volo speciale è già stato riportato nella terra natia, El Salvador. Valdés Casanova, giunto al grado di generale, fu direttore della Guardia Nazionale dal 1979 al marzo 1983, quando venne nominato ministro della Difesa; occupò la carica ministeriale sino al maggio del 1989. Tre mesi dopo, il 21 agosto, prese la via degli Stati Uniti con un visto di migrante e ottenne la residenza anni dopo. E’ accusato di “innumerevoli atti di violazione dei diritti umani”, tra cui torture e assassini.

Nel 1989, dopo la strage dei gesuiti, venne approntato un processo contro i soldati del battaglione di intervento rapido Atlacatl, responsabili del massacro, ma la Procura generale della repubblica del paese centroamericano non procedette con la dovuta solerzia nei loro confronti, perché non si potesse risalire – sostengono le organizzazioni per i diritti umani – agli alti gradi delle forze armate salvadoregne.

Vides Casanova è arrivato giovedì all’Aeroporto internazionale Monseñor Oscar Arnulfo Romero assieme ad altri salvadoregni deportati dalle autorità migratorie statunitensi. La norma applicata nei suoi confronti è stata approvata nel 2004 e permette l’espulsione dagli Stati Uniti di chi abbia ordinato, partecipato o collaborato in casi di tortura o esecuzioni extragiudiziarie.

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