EFFETTI COLLATERALI DELLA NARCOGUERRA. In Messico la violenza dei cartelli della droga minaccia le Università. E alcune chiudono

Il campus dell'università del Valle de Mexico minacciata
Il campus dell'università del Valle de Mexico minacciata

Dopo Ayotzinapa, la violenza narco del Messico continua a colpire gli studenti nel loro habitat, spingendo intere Università alla chiusura. L’ondata di omicidi e sequestri di studenti universitari – specie nel nord-ovest del paese, negli stati di Coahuila, Nuevo León e Tamaulipas – è all’origine della migrazione di migliaia di ragazzi verso università degli Stati Uniti o di altri stati del Messico.

La situazione è stata raccontata alla rivista Proceso dagli stessi accademici messicani. La ricercatrice dell’Università del Texas, Guadalupe Correa Contreras, ha denunciato che la “la violenza vincolata al crimine organizzato si è estesa fino a raggiungere le istituzioni dell’istruzione superiore” rivelando il caso “nel nord-ovest del paese di due studenti del Tecnologico di Monterrey morti in una sparatoria”.

Sono gli “effetti collaterali” della “narco-guerra” che da ormai un decennio affligge il nord-ovest – e non solo – del Messico.

Stando alla testimonianza delle vittime, i criminali da tempo estorcono le istituzioni universitarie, chiedendo denaro in cambio di “protezione”. Una situazione insostenibile, che ha fatto prendere alle autorità accademiche la decisione di sospendere le attività in due campus. Uno, quello dell’Universidad del Valle de México (UVM), ha chiuso temporaneamente. Mentre un altro, a Nuevo Laredo, lo ha fatto per sempre.

“L’Università del Valle de Mexico – si legge nel comunicato – rende noto che ha preso la difficile decisione di chiudere in maniera definitiva il suo campus in Nuova Laredo, a causa delle minacce ricevute da parte del crimine organizzato”. Nei pressi del campus la presenza di emissari dei cartelli era all’ordine del giorno, così come il via vai di furgoni con uomini armati.

L’appoggio delle autorità locali c’è stato solo per alcuni giorni, durante i quali i miliari hanno vigilato la zona. Ma appena questi si sono ritirati l’istituzione “ha sofferto un attacco, per cui abbiamo ritenuto che la situazione di rischio sarebbe continuata”. Hanno chiuso anche due scuole private, mentre - secondo le autorità - altre 18 sarebbero state minacciate.

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