I CAPI DELLE FARC DIETRO LE SBARRE. Lo chiede la maggioranza dei colombiani, che secondo una inchiesta vedono con favore gli accordi di pace ma anche pene detentive per i responsabili di crimini

Cosa li spetta?
Cosa li spetta?
La fonte si chiama “Barómetro de las Américas” una istituzione che ogni due anni realizza ricerche e sondaggi su base continentale per valutare l’atteggiamento della popolazione dei diversi paesi davanti e eventi politici rilevanti. Il Barómetro ha chiesto in questo caso ai colombiani di dire la loro sul processo di pace in corso e la riconciliazione nazionale che tanto la Chiesa come il governo perseguono.
L’inchiesta – informano i realizzatori – tocca un campione di 1500 persone distribuite in 47 municipi del paese. Tra le risposte ottenute si segnala quella relativa alla giustizia da applicare ai capi della guerriglia delle FARC in caso di accordo: che confessino i loro crimini, indennizzino le vittime e scontino un periodo di carcere tra i cinque e otto anni o maggiore di otto.
Il risultato fornito dal campione sondato mostra la convinzione che la confessione dei crimini da parte dei membri delle FARC contribuirebbe alla riconciliazione solo per il 29,1 per cento degli interpellati, l’indennizzazione alla vittime per il 49,1 per cento. Nel caso della pena del carcere applicata ai maggiori responsabili di uccisioni e massacri il 35 per cento degli interpellati è favorevole a condanne tra i 5 e 8 anni, mentre il 54,9 per cento a condanne di entità superiore agli 8.
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