CHI SALE E CHI SCENDE. La nuova mappa del potere narcos in Messico dopo gli arresti eccellenti degli ultimi mesi

Trasferimento del capo narcos “La Tuta” arrestato a fine febbraio. Foto Alfredo Dominguez
Trasferimento del capo narcos “La Tuta” arrestato a fine febbraio. Foto Alfredo Dominguez

L’ultimo arresto eccellente – quello di Servando Gomez Martinez, boss del cartello dei Cavalieri Templari – risale al del 27 febbraio 2015, seguendo a un anno esatto di distanza quello de “El Chapo” Guzmán, capo indiscusso del cartello di Sinaloa. Arresti che, insieme ad altri meno eccellenti, stanno facendo cambiare la geografia del potere narco nel paese. I mezzi di informazione messicani ridisegnano la nuova mappa filtrando rapporti della Procura Generale della Repubblica: in fase calante Sinaloa e Los Zetas, il gruppo più potente sarebbe adesso il cartello di Jalisco, Nueva generacion, seguito a ruota da Los caballeros templarios. Nello specifico, dall’arresto di Guzmán il cartello di Sinaloa ha visto contrarsi la sua presenza da 18 a 6 stati del paese. Secondo dati del Ministero Pubblico Federale il suo potere è ora paragonabile a quello de Los Zetas e a quello del gruppo dei fratelli Beltran Leyva.

I numeri sorprendono e costituiscono una nota lieta per il criticatissimo governo di Enrique Peña Nieto, accusato specie dopo la sparizione degli studenti di Ayotzinapa di non affrontare con la dovuta durezza la piaga della criminalità.

I dati diffusi dalla Sotto-procura per gli Affari giuridici ed Internazionali, citati dal giornale La Jornada, smentirebbero le accuse di lassismo: rispetto al primo anno di presidenza – quando le autorità registravano 89 cellule criminali nel Paese – i registri ufficiali segnalano una diminuzione del 50 per cento di gruppi criminali. Ad oggi, secondo il Centro Nazionale di Pianificazione, Analisi e informazione per la Lotta alla Delinquenza (Cenapi), dipendente della PGR, i cartelli attivi sarebbero 9, supportati nelle loro attività da 45 cellule criminali diverse.

Facendo una rapida carrellata della nuova mappa dell’influenza narco si può osservare come il cartello dei Cavalieri templari dell’appena arrestato Servando Gomez Martinez sia oggi presente in 9 stati. Quello di Sinaloa mantiene gli otto gruppi di sicari che aveva prima del arrivo del nuovo governo e della cattura di Guzmán, ma ha visto ridurre la sua influenza, che si estende ora a “solo” 6 stati messicani, mentre gli Zetas hanno ridotto il loro raggio d’azione a cinque, perlopiù nel centro del Messico.

Ad approfittare della flessione dei due cartelli menzionati ci sta provando Nueva Generacion, in espansione proprio verso le zone lasciate libere dai cartelli in ritirata, nel sud ovest del paese. Mentre il gruppo criminale dei fratelli Arellano Félix – il cartello di Tijuana, considerato il più potente all’inizio degli anni ’90 e l’unico ad essere comandato da una donna, Enedina Arellano Félix – opera ormai, sempre secondo la PGR, solo nella Bassa California, supportato da 3 gruppi di sicari, rispetto ai 14 dei tempi d’oro.

Sorte analoga è toccata al cartello di Juárez, al cui vertice stava fino al 1997 Amado Carrillo Fuentes – detto “il signore dei cieli” per la flotta di arei che utilizzava per il trasporto della droga –; il gruppo narcos – assicurano fonti ufficiali – spadroneggia in 1 soltanto dei 20 stati in cui si era installato, quello di Chihuahua. Infine l’organizzazione dei Beltrán Leyva, la cui mente, Hector Beltran, è stata catturata nell’ottobre 2014, continua a operare in 5 stati.

Torna alla Home Page