ALLEANZA PER CAMBIARE. Il cardinal Maradiaga sostiene il “Piano” firmato da El Salvador, Guatemala e Honduras. “Opportunità di lavoro per i giovani”

I capi di stato di Salvador, Honduras e Guatemala con il presidente americano Barack Obama
I capi di stato di Salvador, Honduras e Guatemala con il presidente americano Barack Obama

“Per noi è molto importante che vengano date delle opportunità ai giovani in Honduras, affinché possano avere l’occasione di lavorare e aiutare le loro famiglie, e quindi non essere più obbligati a lasciare il paese”. Le parole (riportate dall’agenzia Fides), del cardinale e vescovo di Tegucigalpa (capitale dell’Honduras), Oscar Maradiaga, si riferiscono al “Piano di Alleanza per la Prosperità (“Plan de Alianza para la Prosperidad”, PAP), il recente accordo firmato tra i presidenti dei paesi del cosiddetto “Triangolo Nord” (El Salvador, Guatemala e Honduras).

Con le parole del cardinale anche la Chiesa cattolica entra quindi tra i giocatori in campo nella partita del PAP, a fianco della Banca Interamericana per lo Sviluppo (BID, Banco Interamericano de Desarrollo), Stati Uniti ed altri attori internazionali, pubblici e privati.

Il piano è stato pensato per attrarre investimenti internazionali volti a migliorare l’educazione pubblica e a favorire opportunità di lavoro, affrontare il crimine ed il narcotraffico e rafforzare le istituzioni locali in materia di trasparenza e lotta alla corruzione. Un’ “opportunità”, appunto, forse senza precedenti per Paesi che – anche rispetto al resto dell’America Latina – soffrono da decenni tassi altissimi di delinquenza e povertà.

Il Piano, in realtà non è nuovo, ma è stato elaborato ad agosto dai presidenti di Salvador, Guatemala e Honduras (sotto la supervisione di USA e BID) in risposta soprattutto alla crisi umanitaria provocata dall’emigrazione di centinaia di migliaia di persone, molti dei quali appena bambini. Un vero e proprio esodo, se si calcola che a varcare la frontiera è stato 1 abitante su 10 del Triangolo Nord. E quasi tutti con in mente una sola destinazione: gli Stati Uniti. E proprio il paese del nord sarà tra i principali finanziatori del PAP. Sul piatto, per ora, c’è la cifra di un miliardo di dollari. Molti, anche se probabilmente ancora non abbastanza, specie se confrontati ai 9 miliardi che secondo stime recenti gli USA avrebbero investito nei conflitti centroamericani degli anni ’80.

Per questo – sempre secondo Maradiaga – proprio verso gli Stati Uniti si concentrano anche gli sforzi della Chiesa. Il Cardinale ha infatti affermato che è in corso un dialogo con la Conferenza Episcopale degli USA, anche nell’ottica di favorire lo sblocco di ulteriori fondi.

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