CLAMOROSO. UN GIORNO SENZA MORTI. le pandillas di El Salvador rinfoderano le armi e aspettano segnali dal governo. Quanto durerà?

Conferenza stampa di due esponenti delle maras nel penitenziario di Mariona, in El Salvador nel 2013. Foto Archivio El Faro
Conferenza stampa di due esponenti delle maras nel penitenziario di Mariona, in El Salvador nel 2013. Foto Archivio El Faro
Il primo a non poterlo credere era proprio il portavoce della Polizia Nazionale di El Salvador che stilava il quotidiano rapporto delle morti violente per la guerra tra bande o delle stesse pandillas con le forze dell’ordine: “Ieri, 22 gennaio del 2015, primo giorno dell’anno in cui non si registra nessun omicidio in El Salvador”. E non era l’unico a sobbalzare dalla sorpresa, considerando che nei primi 17 giorni del 2015 non ce n’è stato uno solo in cui il numero degli assassini scendesse al di sotto dei 10. Nella prima parte dell’anno infatti il totale contabilizzato dalle autorità di polizia è stato di 239 vittime, un 14,1 giornaliero. Una media elevata, la più alta dell’America Latina, che riporta indietro l’orologio ai giorni più cruenti del febbraio del 2012, il mese che precedette la famosa tregua tra le maras Salvatrucha 13 e Barrio 18 auspicata dal governo dell’allora presidente Mauricio Funes.
La spiegazione alla clamorosa notizia l’ha fornita Raúl Mijango, il principale mediatore, con il vescovo Rómulo Emiliani, della tregua di allora. La riduzione obbedisce ad una “decisione” presa dai capi della MS-13 e delle fazioni Revolucionarios e Sureños del Barrio 18, che hanno ordinato alle rispettive “truppe” di sospendere gli atti di violenza. Secondo le dichiarazioni di Mijango, la decisione vige da sabato 17 e la sua continuità dipenderà dalla risposta del governo, oggi rappresentato dal presidente Salvador Sánchez Cerén, che come Funes è stato espresso dalla ex guerriglia del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale ma che a differenza del secondo non sembra voler percorrere la via del negoziato – anche ufficioso – con le maras del proprio paese.
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