PIU’ CINA IN AMERICA LATINA. I dirigenti di Pechino guardano al sud, e promettono investimenti di grande portata. Retrocede l’influenza degli Stati Uniti e dell’Europa

I primi lavoratori cinesi in Nicaragua. Foto: C.S. Maldonado/Confidencial
I primi lavoratori cinesi in Nicaragua. Foto: C.S. Maldonado/Confidencial

12.500 cinesi lavoreranno direttamente alla costruzione del canale interoceanico del Nicaragua, come i loro antepassati che a decine di migliaia sbarcarono a Panama a metà del secolo scorso per la costruzione dell’omonimo canale. Molto lavoro, scarsa alimentazione e malattie decimarono l’avanguardia del celeste impero ma con loro la Cina piantò le radici nel continente americano. Radici che sono affondare nel terreno nel corso dei decenni, fino al nuovo canale, e all’epopea che si ripete, ma questa volta in altre condizioni e in un diverso contesto. Del canale, infatti, i cinesi sono i principali azionisti, per un investimento che si aggira attorno ai 50 miliardi di dollari.

La presenza cinese in America Latina è diventata strategica nella politica espansionista dei governanti di Pechino. L’ha ripetuto il presidente Xi Jinping ad un convegno di leader della Comunità degli stati latinoamericani e dei caraibi, Celac in sigla, un blocco di 33 paesi della regione riuniti per la prima volta a Pechino. Gli investimenti cinesi – ha promesso il presidente cinese – raggiungeranno i 250.000 milioni nei prossimi dieci anni. Energia, costruzione di infrastrutture, agricoltura i settori di una presenza sempre più massiccia di capitale cinese.

Torna alla Home Page