“VIVI LI HANNO PRESI VIVI LI RIVOGLIAMO!”. Nel giorno della Madonna di Guadalupe milioni di messicani pregano per gli studenti scomparsi

Milioni in marcia. Foto-Miguel-Dimayuga
Milioni in marcia. Foto-Miguel-Dimayuga

Mentre nella basilica di Roma risuonavano le note della Misa Criolla, a diecimila chilometri di distanza, nella piazza messicana davanti alla basilica di Guadalupe, si alzava un grido: “Vivi li hanno presi, vivi li rivogliamo!”. La protesta per la sparizione degli studenti di Ayotzinapa non ha risparmiato nemmeno le celebrazioni per la Vergine di Guadalupe. Un anniversario – il numero 483 dalla prima apparizione mariana sul monte Tepeyac – che verrà probabilmente ricordato come l’anno della preghiera per le vittime della violenza in Messico.

Sono state le stesse autorità religiose a fare riferimento – pur senza citarli espressamente – ai fatti che hanno scosso l’opinione pubblica messicana. A partire dal nunzio apostolico in Messico, monsignor Christopher Pierre, che durante la tradizionale “messa delle rose” – l’evento principe dei festeggiamenti guadalupani – ha invocato il “conforto” della Vergine per le vittime della “violenza” e della “povertà” presenti in Messico.

Dall’altare della Basilica di Guadalupe il rappresentante papale ha detto: “Ti rendiamo grazie e ti preghiamo per i tanti nostri fratelli che soffrono in Messico e nel mondo a causa della violenza, della povertà e della malattia. Che il signore con l’intercessione della nostra madre di Guadalupe dia loro consolazione e li liberi dal male”.

Il pensiero delle migliaia di presenti è inevitabilmente corso agli studenti di Ayotzinapa scomparsi lo scorso 26 settembre: all’appello ne mancano ancora 42, dopo la recente identificazione del corpo di uno di loro, Alexander Mora Venacio. È stato allora quando i fedeli hanno alzato le braccia gridando: “Vivi li hanno presi, vivi li vogliamo!”.

Dodici ore prima, nella “Messa del gallo” alla Guadalupana, anche il rettore del santuario, monsignor Enrique Glennie, aveva denunciato con parole simili a quelle del nunzio la “violenza” e la “morte” che affliggono il Messico. “Il messaggio della Vergine di Guadalupe è un messaggio di pace, di unità, di amore e di speranza. Perché non l’abbiamo ascoltato correttamente? La nostra povera storia umana attuale è piena di tragedie, tradimenti, violenza, divisioni, odi, guerre, corruzione e morte. Cosa abbiamo fatto di male? Non potremmo trasformare la nostra realtà, piena di dolore, pianto e tristezza, in una realtà felice, piena di fiori e canti?”. Ed ha chiesto ai fedeli di unire gli sforzi per la “creazione di un Messico più sereno, giusto, equo, meno corrotto e violento e più fraterno. Quello che ci manca è capirci ed accettarci come fratelli”.

Contemporaneamente alla messa nel santuario, ma sempre sotto il segno della Vergine, un gruppo di donne ha marciato nella centrale piazza del Zocalo a Città del Messico fino alla sede del governo protestando per le migliaia di scomparsi nel paese e “per le madri morte cercando i loro figli”.

Vestite a lutto con immagini della Vergine di Guadalupe, hanno voluto simboleggiare che anche la patrona del Messico e dell’America Latina è in lutto per le sparizioni e gli assassini.

Secondo le stime, in sette milioni sono partiti quest’anno in pellegrinaggio da ogni angolo del paese per raggiungere il santuario mariano più importante al mondo. Molti dei pellegrini sono giunti dalle zone più povere del Messico, come lo stato di Guerrero da cui provenivano gli studenti.

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