IL BRASILE FA I CONTI CON IL PASSATO. Consegnato il rapporto sui crimini della dittatura militare

Le lacrime di Dilma
Le lacrime di Dilma

I morti ritornano e vogliono essere seppelliti in pace e verità. E’ quello che sta facendo il Brasile, sotterrare i propri morti dopo mezzo secolo di girovagare tra silenzi, reticenze e mezze verità. Per fare chiarezza e archiviare una volta per tutte le pagine più dolorose della storia nazionale Dilma Rousseff aveva istituito una commissione nel 2011 con il mandato di far luce sulle violazioni commesse dai militari negli anni 1964-1985. E Ieri la presidente dei brasiliani ha ricevuto il rapporto conclusivo. «Il Brasile merita di sapere la verità», ha detto Rousseff — che dal regime militare fu arrestata e torturata — prima di scoppiare in lacrime ricordando le vittime. Ha poi aggiunto che il lavoro della Commissione per la Verità rientra tra i «gesti che costruiscono la democrazia» e che «verità non significa revanscismo».

Il rapporto è diviso in tre volumi per un totale di 3.380 pagine. Il primo volume dettaglia i reati commessi contro 434 oppositori, arrestati, torturati e fatti scomparire. Un secondo volume ripercorre le ricerche condotte dalla commissione nei 2 anni e sette mesi di lavoro. L’ultimo volume traccia il profilo delle vittime confermate, 224 morti e 210 desaparecidos.

Il rapporto raccomanda che i 377 accusati — tra i quali figurano i cinque presidenti dell’epoca della dittatura — siano processati individualmente. Al tempo stesso, chiede che le Forze armate riconoscano la loro «responsabilità istituzionale» in modo da favorire «la riconciliazione nazionale, affinché la storia non si ripeta». A questo proposito propone che si proibiscano le celebrazioni ufficiali che ancora commemorano il golpe del 1964, che si includano temi sulla democrazia e sui diritti umani nelle accademie militari e di polizia, che si sopprima la polizia militare e la si unifichi con la polizia civile, che si intensifichino gli sforzi per localizzare i resti degli scomparsi, che si crei un Museo della memoria a Brasilia.

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