CARTELLINO ROSSO PER BERGOGLIO. Il giorno che Basile “espulse” il futuro Papa. Fu nel 1998, rivela l’allenatore: “Non volevo nessuno che distraesse i giocatori”

L’allenatore Basile e il tesserato n.88.235
L’allenatore Basile e il tesserato n.88.235

Il Papa del “calciare sempre in avanti, nell’altra metà del campo”, il Papa del “giocare in attacco”, che nella Giornata mondiale della gioventù in Brasile si è rivolto ai giovani esortandoli a “giocare nella squadra di Gesù”, ha un “cartellino rosso” nel suo passato. Il curioso episodio lo ha rivelato l’allenatore argentino Alfio Basile, all’epoca ingaggiato come direttore tecnico del San Lorenzo, la squadra di Bergoglio. “Coco” Basile, com’è soprannominato dai tifosi, lo ha rivelato in una intervista televisiva nel programma di Canale 7 “Linea de tiempo”. Fu nel 1998, a memoria del plurititolato allenatore, quando assunse le redini del San Lorenzo in una fase non proprio esaltante della storia del club atletico di Almagro, che peraltro deve proprio ad un sacerdote salesiano – don Lorenzo Massa – le sue origini.

Quel giorno – ricorda Basile, figlio di immigrati italiani provenienti da Catania – Néstor Gorosito, allora capitano della squadra, “stava impartendo l’arringa previa alla partita”, quando Fernando Miele, presidente del club di Boedo, gli riferì di un sacerdote “che voleva entrare nello spogliatoio”. “E’ un prete che viene sempre a salutare i giocatori prima della partita, mi dice Miele. Non volevo nessuno che deconcentrasse i giocatori, dissi a Miele di mandarlo via”. La scaramanzia, a questo punto, acquista il suo peso. “Gli ho domandato perché allora avessero cercato proprio me; e se non vincevano con nessuno perché dovevo lasciare entrare di nuovo il prete”. Stando al racconto di Basile “Miele glielo dice e il tipo se ne va”.

Una visita saltuaria quella di Bergoglio? Voleva veramente salutare i giocatori nello spogliatoio? La memoria del tecnico non va oltre. Le cose sono poi andate come le cronache registrano: la stagione di Basile con il club si chiuse prematuramente e senza gloria, il San Lorenzo dovette aspettare il 2001 per lo scudetto e Bergoglio divenne Papa.

«Nel mese di aprile (2013) mi incontro di nuovo con Miele in un ristorante. Mi dice: “hai visto chi è il Papa… Bergoglio, quello che hai cacciato dallo spogliatoio del San Lorenzo”. Andrò a visitarlo a Roma, così glielo racconto» aggiunge l’allenatore davanti alle telecamere della televisione.

Altra acqua è passata sotto i ponti, il San Lorenzo alza di nuovo la coppa l’anno dell’elezione di Bergoglio, il 2013, e la Libertadores nel mese di aprile di quest’anno, dedicando a Papa Francesco entrambi i riconoscimenti.

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