VENEZUELA: IL PIANO B. Un buon numero di venezuelani pensa ad emigrare. E in tanti già lo hanno fatto

Sola andata
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Chi può, pensa ad andarsene. Il Venezuela, per la classe media nazionale, non è più un paese dal futuro promettente, anzi. Insicurezza personale – rilevata dai ricercatori di Datanalisis come la motivazione principale all’esodo – poi crisi economica, incertezza giuridica, conflittualità sociale a seguire, sono tra le motivazioni più citate da chi si accinge a partire o ha maturato la decisione di farlo. Una miscela che porta un numero sempre maggiore di venezuelani ad iniziare le pratiche per l’agognato passaporto che già ora – o in un futuro – possa aprir loro le porte del paese verso un altro più attraente, Spagna e Stati Uniti in testa alla lista dei desiderata.

Il fenomeno non è di oggi, e a voler cercare il momento in cui la spinta all’esodo è divenuta sensibile bisogna risalire al 1999, con la prima presidenza di Hugo Chávez. Ma è con il successore, Nicolás Maduro, che la spinta all’espatrio subisce una accelerazione, al punto che il 10 per cento dei venezuelani – ancora l’inchiesta dell’istituto Datanalisis – si dice intenzionata ad emigrare dal paese o ha già iniziato le pratiche per poterlo fare. “Volevamo sapere fino a che punto le persone avevano realizzato una qualche azione per concretizzare la volontà di emigrare, anche se questo non significa che se ne andranno veramente” commenta il direttore dell’istituto Luis Vicente León. “C’è molta distanza tra cercare informazioni e prendere la decisione definitiva, ma è pur sempre un indicatore importante, che nel passato si attestava sul 3 per cento e che oggi è triplicato”.

Si stima che un milione di venezuelani – 30 milioni è la popolazione totale – sia già emigrata, in larga maggioranza lavoratori qualificati con studi universitari (90%), master (40%) e titoli post-laurea (12%).

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