IL SOGNO DELLA MARIHUANA SUL BALCONE. L’Uruguay dei primati – aborto, matrimoni gay con adozione – dà il via alla libera coltivazione della cannabis

Come un fiore
Come un fiore

 Da domani 27 agosto, per chi vorrà naturalmente, gli uffici dell’Uruguay saranno aperti e sarà possibile chiedere una regolare licenza come liberi coltivatori di marihuana. Tutto gratuito, neppure la carta bollata da pagare. Il passaggio fa parte del meccanismo previsto dalla legge del dicembre 2013 che liberalizza e regola la produzione commercio e vendita della marihuana. E perché tutto sia a portata di mano i punti abilitati saranno 63, praticamente tutti gli uffici postali del piccolo paese sudamericano. In orario di lavoro l’interessato potrà iscriversi in un apposito registro dell’Instituto de Regulación y Control del Cannabis (IRCCA) per poi intraprendere l’attività. Una certificazione di domicilio e una bolletta dell’acqua o del telefono è tutto quel che è richiesto. Uniche restrizioni: potranno iscriversi solo i cittadini uruguayani o chi abbia nel frattempo acquisito la residenza permanente. In 30 giorni arriverà l’autorizzazione, quindi la licenza che abilita alla coltivazione – validità tre anni – delle 6 fatidiche pianticelle “femmine” per ciascuna casa. Quantità annuale massima coltivabile: 480 grammi.

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