I BRICS DOPO BRETTON WOODS. Per l’America Latina è l’evento più importante dal 1944 quando vennero istituite la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale

Il patto
Il patto

L’accordo raggiunto dai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) per creare due nuove istituzioni finanziarie multilaterali – una Banca per lo Sviluppo (il New Development Bank, NDB) e un Fondo di Riserva (il Contingency Reserve Arrangement, CRA)- costituisce un’eccellente notizia per l’architettura finanziaria internazionale, per i paesi emergenti in generale e per l’America Latina e i Caraibi in particolare. L’accordo, stipulato nella località di Fortaleza, vuol essere in parte una risposta alla insoddisfazione di questi paesi per la lentezza del processo di ristrutturazione dell’architettura finanziaria globale per rispondere alle sfide delle economie emergenti e in via di sviluppo. Il processo di ristrutturazione non ha d’altronde reso giustizia al crescente peso che queste cinque economie hanno assunto in vari ambiti della governance globale. Tra il 2000 e il 2013, il PIL dei paesi emergenti è passato – da meno del 40% – a rappresentare la metà del PIL mondiale e questa stessa tendenza si riflette nel peso di questo gruppo di economie negli investimenti, i consumi e le esportazioni mondiali.

L’accordo raggiunto prospetta risposte costruttive a tre grandi sfide che il sistema finanziario internazionale affronta da ormai lunga data: la governance delle istituzioni finanziarie multilaterali; l’acquisizione di una maggior capacità di canalizzare risorse verso il finanziamento di uno sviluppo sostenibile e inclusivo; e il raggiungimento di una maggiore stabilità finanziaria come bene pubblico globale. Il sistema finanziario internazionale tradizionalmente è stato sostenuto da un piccolo gruppo di paesi sviluppati, che ostentano il più alto potere di partecipazione, di voto e di decisione negli organismi internazionali. Il consenso recentemente raggiunto dai BRICS è l’accordo finanziario multilaterale più importante dalla creazione delle istituzioni di Bretton Woods. Costituirà un importante incentivo per completare l’architettura finanziaria globale.

La necessità ineludibile di riformare la governance delle istituzioni finanziarie di Bretton Woods è emersa con una intensità mai prima raggiunta negli anni della Crisi Finanziaria Globale (2008-2009). Il processo di ristrutturazione si è concretizzato, in parte, in una nuova vitalità delle istituzioni finanziarie multilaterali, grazie all’aumento dei livelli di capitalizzazione e la maggiore flessibilità delle condizioni per la concessione di finanziamenti. In ogni modo, le iniziative concrete per modernizzare la struttura di governance si sono rivelate infime e si sono dilatate nel tempo. Sebbene, per esempio, sia stato approvato l’aumento impegnato nella dimensione del Fondo Monetario Internazionale, le ristrutturazioni, approvate nel 2010, del sistema di processo decisionale non sono state a tutt’oggi messe in pratica. Pertanto, niente garantisce alle economie emergenti e in via di sviluppo che, nel caso in cui si trovino ad affrontare una crisi di bilancia dei pagamenti, le istituzioni finanziarie di Bretton Woods non impongano di nuovo le condizioni che in passato hanno tanto contribuito a frenare i processi di sviluppo. In tale contesto, la creazione di queste due nuove istituzioni da parte dei BRICS, NDB e CRA, rappresenta un modo di prendere in mano il futuro con una maggiore autonomia. E si realizza con volontà costruttiva, con piena chiarezza di propositi. Come ha sottolineato la Presidente del Brasile, Dilma Rousseff, la creazione di queste istituzioni non si realizza in opposizione alla Banca Mondiale o al FMI, ma piuttosto “si fa in beneficio di noi stessi”.

Un’ulteriore carenza che persiste nel sistema finanziario internazionale è la difficoltà a destinare risorse verso uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Negli ultimi vent’anni il settore finanziario e i suoi strumenti hanno presentato un’espansione esponenziale, molto superiore alla crescita del PIL. Tra Il 1990 e Il 2010 il valore degli attivi finanziari nel mondo è passato da 221 a 600 miliardi di dollari, mentre il PIL globale è cresciuto da 22 a 64 miliardi di dollari. Per il 2020, si stima che gli attivi finanziari globali raggiungeranno i 900 miliardi di dollari, mentre il PIL si aggirerà solo sui 100 miliardi di dollari. Questa espansione finanziaria è frutto dell’aumento dell’importanza del mercato di capitali nell’intermediazione finanziaria e degli attivi liquidi come i derivati, più che di un processo di assegnazione del risparmio a obiettivi destinati a finanziare lo sviluppo.

In tale contesto la nuova Banca per lo Sviluppo si trova a giocare un ruolo fondamentale. La nuova istituzione disporrà di un capitale de 100 mila milioni di dollari (50 mila milioni inizialmente) ed è stata creata con l’obiettivo di mobilitare risorse per finanziare progetti di infrastrutture e sviluppo sostenibile, non solo nei paesi BRICS, ma anche in altri paesi emergenti. La spesa per infrastrutture è un pilastro essenziale per potenziare lo sviluppo economico, sociale e ambientale, facilitare l’accesso ai servizi alle fasce più vulnerabili, e ridurre la disuguaglianza. Secondo la CEPAL, in America Latina e nei Caraibi c’è bisogno di un investimento annuale in infrastrutture pari al 6,2% del PIL per tutto il periodo 2012-2020. In tal senso, la Nuova Banca per lo Sviluppo apre una fonte di finanziamento che si aggiunge a quelle già disponibili e aumenta il ventaglio di possibilità in termini di strumenti e meccanismi.

L’accordo raggiunto dai BRICS è un importante stimolo alla stabilità finanziaria come bene pubblico globale. L’incrementarsi del numero delle crisi registrate a livello mondiale a partire dagli anni ottanta nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo (4 negli anni settanta, 38 negli anni ottanta e 74 negli anni novanta) dimostra che la volatilità e la instabilità sono mali endemici che sono stati potenziati dalla globalizzazione finanziaria crescente, e che i paesi sviluppati sono vulnerabili alle oscillazioni dei mercati finanziari e ai loro effetti di contagio tanto quanto i paesi in via di sviluppo. L’aver stabilito il Fondo di Riserva tra le cinque economie del BRICS come meccanismo preventivo e di supporto alla liquidità della bilancia dei pagamenti costituisce un contributo per affrontare la volatilità e promuovere la stabilità finanziaria. Viene inoltre ad integrare gli sforzi di altre regioni in via di sviluppo. Tale Fondo si è stabilito come un accordo di swaps di valuta per un ammontare di 100 mila milioni di dollari; la Cina vi partecipa con 41 mila milioni, Brasile, India e Russia con 18 mila milioni a testa e il Sudafrica con 5 mila milioni.

La stabilità finanziaria dei BRICS costituisce una esternalità positiva per l’economia globale. Al di là degli aspetti finanziari, si tratta di un passo in avanti storico, mediante il quale i paesi emergenti assumono la responsabilità del loro sviluppo e mettono a disposizione le loro risorse per finanziarlo.

*Segretaria Esecutiva dellaCommissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL).

Traduzione dallo spagnolo di Francesca Casaliggi

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