ANCHE I GUERRIGLIERI VANNO ALL’ERGASTOLO. Primo caso in Guatemala. Condannato un membro di un gruppo armato accusato di aver ucciso 22 indigeni

L’ex guerrigliero Felipe Fermín Solano
L’ex guerrigliero Felipe Fermín Solano

Rios Montt e il pugno di generali che scontano l’ergastolo per crimini di lesa umanità verranno raggiunti in cella da chi li ha strenuamente combattuti. L’ex guerrigliero guatemalteco Fermín Solano Barillas è stato condannato a 90 anni di carcere per il massacro di 22 indigeni avvenuto nel 1988 in una povera comunità del centro del paese durante il conflitto armato che ha interessato il Guatemala dal 1960 al 1996, anno in cui vennero sottoscritti gli accordi di pace. E’ il primo caso di un guerrigliero processato e sentenziato per delitti di lesa umanità.

Contro Fermín Felipe Solano Barillas, alias “Teniente David”, sono state presentate 90 prove documentarie, 29 testimoni, e diverse perizie di esperti che hanno preso parte al processo. Solano ha negato sino all’ultimo le proprie responsabilità, anche nell’aula del tribunale che lo giudicava, ma per il giurato le prove sono state sufficienti a dimostrare l’accusa. Solano, che dirigeva un gruppo di dieci guerriglieri appartenenti alla oramai disciolta Organización Revolucionaria del Pueblo en Armas (ORPA), eliminò 22 indigeni accusandoli di collaborare con l’esercito guatemalteco. Catturato il 2 maggio del 2013 nella capitale, Città del Guatemala, è il primo membro dell’antica guerriglia ad essere condannato ad una tale pena.

Un rapporto presentato al margine del processo sul conflitto armato durato 36 anni fornisce la cifra di 200 mila vittime e attribuisce il 93 per cento delle violazioni dei diritti umani alle forze dello stato, un 3% alla guerriglia, il restante a soggetti non identificati.

Torna alla Home Page