Nel dispositivo della sentenza di tre giudici argentini che condanna all’ergastolo due ex militari, Luciano Benjamín Menéndez e Luis Fernando Estrella, perché coinvolti direttamente e attivamente nell’organizzazione di un finto incidente stradale che doveva servire – come purtroppo è accaduto – ad uccidere il vescovo de La Rioja, Enrique Angelelli, c’è una sorpresa. I magistrati chiedono che 20 persone siano indagate per presunti vincoli con quest’omicidio eseguito con le tipiche tecniche del militarismo latinoamericano, nel 1976. Tra queste persone vi sono tre parenti vicini dell’ex Presidente argentino Carlos Menem (governò dal 1989 al 1999): suo fratello Amado, deceduto, e due cugini, Manuel e César.
Il punto 9 della sentenza stabilisce che i nomi di queste persone devono essere inviati al procuratore Federale, Darío Illanez, “per indagare un presunto delitto” legato alla morte del vescovo. Questi tre parenti di Menem, all’epoca del crimine facevano parte dell’associazione “Crociati della Fede” che combatteva duramente il magistero sociale di mons. Angelelli e si opponeva alla formazione di cooperative agricoli nella zona da Aminga, che il presule sosteneva con forza per controbilanciare lo strapotere dei latifondisti. Nella medesima situazione si trova Juan Fanor Del Moral, padre dell’attuale Ministro per lo sviluppo sociale.
Intanto, ieri. l’attuale vescovo de La Rioja, mons. Marcelo Colombo ha annunciato che dopo alcuni necessari adempimenti canonici sarà aperto un processo per studiare la possibilità di chiedere al Papa la beatificazione, come martire della fede, di mons. Enrique Angelelli.
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