VIGILIA ELETTORALE IN AMERICA CENTRALE. Dei sette paesi dell’America Latina che voteranno nel 2014 Salvador e Costa Rica saranno i primi. Si profila una continuità di sinistra

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Il vulcano salvadoregno di Chaparrastique con vista sulla capitale San Salvador ha cominciato a vibrare, preavvertendo i salvadoregni della prossima eruzione. Poco distante, a Cuba i presidenti dei 33 paesi dell’America Latina, piccoli e grandi, sono riuniti nel primo plenum continentale senza Chavez, mentre proseguono le celebrazioni del bicentenario dell’indipendenza dell’America Centrale (24 gennaio del 1814). Nel vicino Honduras il vincitore delle elezioni di novembre (2013) Juan Orlando Hernández assume la presidenza. Molte cose tutte assieme, che si mescolano al rumore assordante della campagna elettorale che domenica prossima (2 febbraio) deciderà se l’ex guerriglia del Farabundo Martí dovrà continuare ad occupare la presidenza di El Salvador e se in Costa Rica anche al candidato del partito al governo sarà concesso un nuovo turno al vertice dello stato.

Degli 11 sondaggi realizzati in Salvador, alcuni di prestigio riconosciuto, come quello dell’Università Centroamericana Josè Simeon Cañas ed il Francisco Gavidia, otto favoriscono il partito di sinistra. L’ultimo di Data Reserch, realizzato tra il 4 e il 6 gennaio, assegna al partito Frente Farabundo Martí per la liberazione nazionale, Fmln, la vittoria con il 30,4% delle preferenze, davanti alla coalizione di centro-destra Unidad con il 26,7% e al terzo posto, lo storico partito dell’estrema destra salvadoregna, l’Alleanza repubblicana nazionalista, Arena, con il 25,3%. Secondo il sistema elettorale salvadoregno, il voto viene espresso a favore dei partiti e non dei candidati alla presidenza. Se nessun partito ottenesse il 50% più uno dei voti al primo turno, si andrebbe al ballottaggio tra i primi due più votati, che si svolgerebbe il 9 marzo prossimo. Nel caso di un secondo turno tra Fmln e Arena, il partito della sinistra salvadoregna è dato vincitore con il 41,3%, contro il 33,8% di Arena. A favore di Unidad (37,4%) invece un eventuale ballottaggio con il Fmln (32,4%).

Altrettanto definita la situazione in Costa Rica, almeno sulla carta, dove – secondo un nuovo studio della società di consulenze Gallup – il candidato presidenziale del partito al governo ha esteso il suo vantaggio con il 29 per cento delle intenzioni di voto contro il 27 per cento di un analogo sondaggio condotto in dicembre. Johnny Araya Monge, 55 anni, ex sindaco della capitale San José, rimane tuttavia al di sotto del 40 per cento necessario ad evitare il ballottaggio. In caso di vittoria, si tratterebbe del terzo mandato presidenziale consecutivo del Pln dal 2006.

Araya è seguito da José María Villalta, del partito di sinistra Frente Amplio, che ha ottenuto il 20 per cento delle preferenze, rispetto al 23 per cento registrato nel sondaggio di dicembre. Il 15 per cento degli intervistati si è detto “indeciso” o non ha risposo al sondaggio, condotto su 1.215 persone e che ha un margine di errore del 2,8 per cento.

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