LA LEGGENDA DELLA CITTA’ BIANCA. Forse ritrovati nella foresta dell’Honduras i resti di una antica urbe precolombiana

Immagine tridimensionale del punto della foresta dell’Honduras dove potrebbe essere sepolta la misteriosa città bianca
Immagine tridimensionale del punto della foresta dell’Honduras dove potrebbe essere sepolta la misteriosa città bianca

C’è di tutto nell’annuncio che gli archeologi dell’Università Houston hanno dato al mondo questa settimana dal confortevole salone della American Geophysical Union de las Américas a Cancún, in Messico. C’è dell’inverosimile, del fantascientifico, e, perché no, anche un tocco di suspense. Innanzitutto l’oggetto della scoperta, che tuttavia, aggiungono con una certa cautela, sarà da confermare con una esplorazione sul terreno: delle antiche rovine, con tanto di canali, strade e cinte murarie fatte da mani d’uomo; una città, forse, seppellita nella foresta dell’Honduras. Qualcuno si spinge oltre e arriva a dire che potrebbe trattarsi della leggendaria Città Bianca che lo spagnolo Hernán Cortés nomina in una delle sue lettere indirizzate al re Carlo V nel corso della spedizione di conquista e assoggettamento de Messico Azteca. Nella lettera Cortés scrive al monarca che c’erano più tesori nella Città Bianca di quelli incontrati in Messico nella Tenochtitlan di Montezuma.

Fantascientifico anche il modo in cui si è giunti alla scoperta, sempre che si confermi tale. Un aereo con una avveniristica attrezzatura a bordo – il sistema LIDAR (Light Detection and Ranging), – che ha sorvolato a bassa quota la selva dell’Honduras lanciando impulsi laser per mappare il suolo sottostante e quel che c’è immediatamente sotto la superficie. Quello che si può desumere dai voli sulla località dell’Honduras chiamata La Mosquitia, informano i ricercatori, è l’esistenza di un insediamento con un certo grado di evoluzione e con certa densità di popolazione che potrebbe corrispondere ad una città precolombiana “molto più grande e complessa di quello che si supponeva potesse esistere in questi boschi”.

Suspense infine. Si sa che il progetto di ricerca è finanziato dal cineasta americano Bill Benenson, e si sa anche che il regista ha speso una bella cifra. Lui e il pool di ricercatori impegnati nell’impresa si sono affrettati a dichiarare che il punto preciso degli avvistamenti, per il momento, rimarrà segreto. Il prossimo passo, insomma, potrebbe essere più cinematografico che scientifico.

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